Fisco, 120 rate mensili per pagare i debiti. Reddito, se lo stipendio è inferiore a 858 euro lʼofferta di lavoro è rifiutabile
Grazie ad un emendamento del governo al “decretone”, il cui testo sarà discusso in Aula lunedì 25 febbraio aderire alla “pace contributiva” potrebbe essere meno pesante. La proposta prevede infatti la possibilità di saldare in 10 anni, con 120 rate mensili, il debito con lo Stato, mentre ora il testo prevede la possibilità di rimborsare il debito al massimo in 5 anni.
Tra gli emendamenti al “decretone”, anche uno presentato M5s che, relativo al reddito di cittadinanza, prevede l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro solo se superiore di almeno il 10 per cento del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, comprensivo di integrazione del reddito e di affitto. Il salario dovrà essere quindi di almeno 858 euro al mese.
Lo Stato potrà monitorare “i soli importi complessivamente spesi e prelevati” dal conto sul quale verrà accreditato il reddito di cittadinanza. La norma recepisce le obiezioni del Garante della privacy, che dovrà essere ascoltato dal ministero. La versione attuale del testo prevede invece che lo Stato possa verificare le singole spese, per controllare che il sussidio non venga impiegato in spese ludiche o futili, ma soltanto per beni alimentari o di prima necessità.
Approvato in commissione Lavoro al Senato anche un altro emendamento, proposto dalla Lega, che innalza da 30mila a 45mila euro la soglia di anticipo del Tfs agli statali, per i trattamenti che non siano di importo inferiore. La quota superiore ai 30mila euro potrà essere chiesta anche dai soggetti che abbiano già presentato la domanda di finanziamento.
Il governo inoltre ha preparato una proposta di modifica che prevede altre assunzioni in deroga nella pubblica amministrazione poiché la pensione anticipata con quota 100 rischia di svuotare gli uffici giudiziari. L’emendamento prevede assunzioni, oltre a quelle già previste con la manovra, almeno per 1.300 amministrativi, già a partire da metà luglio, nonostante il blocco delle assunzioni nella P.a. fino a novembre previsto sempre con la legge di Bilancio. Il buco di organico in tre anni, si legge nella relazione della maggioranza, è di circa 20mila posti.