Flop Europee: Di Maio chiede che il suo ruolo nel M5S venga messo ai voti su Rousseau
A tre giorni dalla sconfitta del Movimento 5 stelle alle Europee, Luigi Di Maio chiama a rapporto i sostenitori del Movimento e chiede che il suo ruolo venga messo ai voti sulla piattaforma Rousseau (domani dalle 10 alle 20), perché gli iscritti sono “gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”.
“Sarà tutto il Movimento 5 Stelle a scegliere. Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno – aggiunge il vicepremier – Io personalmente con ancora più impegno e dedizione”, scrive Di Maio.
Una decisione che segue le numerose critiche anche interne tra cui quella del senatore M5s Paragone, che ha poi annunciato le sue dimissioni: le consegnerò a Di Maio “deciderà lui cosa fare. Dimissioni dal Parlamento perché per me non c’é alternativa al Movimento 5 stelle”. Il senatore pentastellato , spiega che rimarrà “se resta un rapporto di fiducia. Ma io resto un rompiscatole”.
Le accuse a Di Maio sono numerose a partire dall’attività al ministero dello Sviluppo economico:”i nostri referenti – dice Paragone – devono essere gli artigiani. Perché andare da Confindustria?”. E sul Lavoro “mi è piaciuto, ma se fai il decreto Dignità devi usare gli ispettori del lavoro come un esercito”. E poi, rincara la dose il senatore, sul Lavoro “serve un ministro a tempo pieno” perché “a 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del lavoro”. Risultato, sempre parola di Paragone, “il Movimento è al suo minimo storico e come vicepremier ha perso la sfida”.
A sostegno del vicepremier arrivano invece le parole del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Confermo la mia totale fiducia. Si vince e si perde tutti insieme. Di Maio ha chiesto agli iscritti un atto di fiducia. E’ un gesto suo nel momento in cui il M5s aveva già confermato la fiducia, come fatto da Grillo e da altri. Quella di Di Maio è la reazione di chi dopo un’elezione non fa finta che non sia successo niente ma si prende le sue responsabilità”, ha sottolineato Bonafede.
Alessandro Di Battista ammette: “abbiamo appena preso la più grande scoppola della nostra vita”, ma ricorda che, se “la Lega ha vinto le elezioni europee, quelle che danno i numeri in Parlamento le abbiamo vinte noi. Quindi, come sempre, si vota ciò che è giusto e si bloccano le porcate”. Ai suoi dice che “chi è in difficoltà va sempre sostenuto dicendogli in faccia cosa non è andato bene e proponendo idee e cambiamenti. Io l’ho fatto, ovviamente, anche in queste ore”. Ed esorta gli attivisti a non temere “di essere irriverenti”, a non temere “il politicamente scorretto” perché “la paura il nostro peggior nemico. Paura di sbagliare, paura del fango mediatico. Sono gli altri i politici di professione, non noi. Perché è proprio quando non si ha più nulla da perdere che si ricomincia a vincere”.