Giorgia Meloni chiude Atreju: “Maggioranza compatta. 2025 anno delle riforme”
La premier Giorgia Meloni ha chiuso al Circo Massimo a Roma, Atreju, la kermesse di FdI, lanciando un messaggio alle opposizioni che puntano su un logoramento della maggioranza. “Chi spera che qualcuno di noi metta il proprio destino prima del destino della nazione rimarrà deluso. Deludere la sinistra è il nostro sport preferito. Noi siamo per l’Italia”, afferma la Meloni, secondo la quale la stabilità del centrodestra “è il segnale della discontinuità con il passato” e garantisce “quella autorevolezza senza la quale non è possibile produrre benessere”. In mattinata, sul palco l’intervento dell’ex premier polacco Morawiecki. Poi è toccato ai leader del Centrodestra Matteo Salvini (Lega), in videocollegamento, Antonio Tajani (Forza Italia) e Maurizio Lupi (Noi Moderati).
La premier Meloni punta sulle riforme. L’anno prossimo “andremo avanti sul premierato, la riforma madre di tutte le riforme. Andremo avanti sull’autonomia, sulla riforma fiscale e sulla riforma della giustizia”. A questo proposito, “dicono che con la riforma della giustizia vogliamo che la politica controlli la magistratura. Con la riforma noi facciamo esattamente il contrario: togliamo per esempio alla politica il potere di scegliere una parte dei membri del Csm”. La separazione delle carriere “è una battaglia di civiltà” e “una riforma per i cittadini ma anche per la stragrande maggioranza dei giudici”.
A stretto giro la replica dell’Anm, che ha deciso di “avviare una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli della riforma della giustizia”. “Il fine, al di là di quanto si dichiara, è la frammentazione come strategia di indebolimento sia del Csm che della magistratura e della sua esperienza associativa non il rafforzamento del giudice”. Così il presidente Santalucia.
Poi focus sulla sburocratizzazione e sulla sicurezza. “Il cammino è ancora lungo” nella lotta contro la burocrazia, ha spiegato, “continueremo a tagliare gli sprechi. Uno Stato efficiente vuol dire meno tasse e clientelismo. Uno scenario del genere può preoccupare la sinistra ma non può preoccupare i cittadini”.
Capitolo sicurezza: “Abbiamo fatto sicuramente diverse cose sul piano normativo, penso alle norme del decreto Caivano che consentono di intervenire con molta più efficacia contro la criminalità minorile, penso agli aumenti degli organici per le nostre forze dell’ordine, ma dobbiamo fare di più”, ha detto la Meloni, “ci sarà in Italia, a Roma segnatamente, il prossimo anno, il Giubileo, i tanti cristiani, i tanti pellegrini che verranno in Italia devono trovare una nazione all’altezza del compito”.
L’addio di Meloni alla guida di Ecr. Giorgia Meloni ha annunciato il suo addio alla presidenza dei Conservatori Europei “ora che la nuova legislatura” europea “è funzionante”. “Serve un presidente a tempo pieno. Apriremo le candidature per le elezioni e ci sarà anche il primo ministro della Polonia, amico dell’Italia. Ti sosterremo in questa battaglia”, ha detto la premier.
Gli attacchi all’opposizione e ai sindacati. C’è stato più di un passaggio in cui la premier ironizzando o alzando la voce ha puntato il dito contro la sinistra: “Quando si tratta di difendere i lavoratori ci vedrete in prima fila” perché “la sinistra non l’abbiamo vista arrivare. A Schlein si inceppa la lingua quando deve parlare di Stellantis”. “Noi affrontiamo” il tema dell’automotive “nel merito”, ha aggiunto la premier. La Schlein sulla Sanità ha bisogno delle “calcolatrice”.
Quindi l’affondo ai sindacati: “da Landini toni senza precedenti nella storia dei sindacati. Gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori ma la sinistra, solo che da parecchio tempo chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori”. “Si lamenta del salario minimo, che per altro non hanno varato quando governava la sinistra, e poi va a firmare contratti di lavoro (quello dei vigilantes, ndr) che prevedevano una paga oraria di 5,5 euro l’ora. Un minimo di coerenza, almeno!”, ha detto la leader FdI che ne ha anche per Roberto Saviano, battezzato ‘guru dell’antimafia’, mentre a Romano Prodi ha dedicato una lunga parentesi al vetriolo: “Ipse dixit Romano Prodi: ‘L’estabilishment adora Meloni perché obbedisce’.
A chiudere la kermesse l’inno di Mameli con la presidente del Consiglio che ha cantato insieme ai giovani del movimento, indossando la felpa bordeaux di Gioventù Nazionale con la scritta “La via italiana”, slogan dell’evento. A seguire sono partite le note di “A mano a mano”, canzone ormai simbolo degli eventi organizzati da Fratelli d’Italia.