Governo a lavoro: stretta per le Ong, violenza di genere e baby gang
Sono almeno tre gli assi su cui lavora il governo e che potrebbero portare a uno o più decreti sicurezza: un nuovo codice per le Ong che effettuano salvataggio nel Mediterraneo, misure di prevenzione più stringenti contro la violenza sulle donne e per il contrasto alle baby gang. Una riunione operativa si è svolta ieri tra gli uffici legislativi dei ministeri dell’Interno, Giustizia, Lavoro, Infrastrutture, Esteri e di Palazzo Chigi. La bozza è ancora aperta, come spiegano diverse fonti di governo, il perimetro e la tempistica non sono ancora definiti. Il Cdm non è ancora convocato ma dovrebbe tenersi nel tardo pomeriggio di oggi dopo la fiducia sul decreto Rave.
Sulla stretta sulle Ong alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia, il ministro dell’Intero Matteo Piantedosi aveva annunciato un “codice di condotta” per le Ong con “sanzioni più efficaci rispetto a quelle vigenti, che sono state depotenziate dal legislatore al punto che basta la visita di un medico a bordo per annullare l’azione del governo”. L’ipotesi su cui lavora il Viminale è che le organizzazioni umanitarie possano compiere un unico salvataggio, informando immediatamente le autorità e chiedendo l’approdo in un porto sicuro. Per rendere effettiva questa disposizione sarebbero anche vietati i trasbordi tra un’imbarcazione e l’altra. Ai migranti a bordo dovrà poi essere chiesto se intendano presentare domanda di protezione internazionale, affinché sia il Paese di bandiera della nave a farsene carico. A fronte di queste disposizioni stringenti sono anche previste sanzioni e sequestri amministrativi.
Per quanto riguarda il pacchetto sulla violenza di genere andrà a integrare il Codice Rosso, le ipotesi al vaglio riprendono in parte il pacchetto messo a punto lo scorso anno dalle ministre Marta Cartabia e Luciana Lamorgese. La fine della legislatura ha interrotto il cammino di quel disegno di legge, che prevedeva tra le altre cose l’arresto obbligatorio in alcuni casi anche senza la flagranza, il carcere per chi manomette il braccialetto elettronico, l’ampliamento dello strumento dell’ammonimento del questore per gli stalker.
Per arginare le incursioni delle baby gang tra le ipotesi allo studio anche il daspo per i minorenni: il provvedimento impedirebbe di frequentare alcune aree, locali pubblici e zone della movida. Dal momento che una componente frequente sono chat e social, che servono per organizzare il branco e anche come palcoscenico, come emerge da una recente ricerca del centro Transcrime dell’Università Cattolica, del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e quello per la Giustizia Minorile, si valuta anche il divieto di utilizzo del cellulare.