Governo, prime liti tra partiti. Attivisti 5S chiedono nuovo voto su Rousseau
Nelle ore in cui Mario Draghi prepara il discorso sulla fiducia che pronuncerà domani in Parlamento, la sua larghissima maggioranza pare già segnata da conflitti e accuse reciproche, soprattutto per alcuni provvedimenti in materia di coronavirus. Il giorno dopo il cortocircuito sulla mancata apertura degli impianti degli sci, i partiti cominciano a palesare una sorta di insofferenza anche nei confronti del metodo utilizzato dal premier. La tesi è che serva maggiore collegialità nelle decisioni, che pur rispettando le scelte di Draghi, occorra un preventivo dialogo. Per questo i partiti, e i relativi segretari, si muovono di conseguenza.
Matteo Salvini e Nicola Zingaretti si sono incontrati ieri sera alla Camera. Non più di mezz’ora di colloquio, ma pur sempre significativo. Il vertice doveva restare segreto ma ilfattoquotidiano.it ha immortalato entrambi i leader all’uscita. Il leader del Carroccio non nega: “Abbiamo parlato di lavoro, del prossimo blocco dei licenziamenti, bisognerà parlare con le parti sociali”. Il Nazareno tace, ma Salvini annuncia che vedrà anche i segretari di M5S, Fi, Iv. I vertici tra i leader potrebbero diventare la camera di compensazione della larghissima maggioranza e l’incontro tra Pd e Lega sembra essere un primo tentativo di non lasciare solo a Mario Draghi l’iniziativa politica.
Oltre alla tensione fra partiti, le acque restano agitate anche all’interno del M5s. Una petizione on-line che sta circolando tra la base pentastellata e che porta la firma di una settantina di iscritti e parlamentari chiede una nuova consultazione su Rousseau sull’appoggio al governo. Il documento richiede una “immediata nuova consultazione, che ponga gli iscritti nella possibilità di esprimersi sulla base di un quesito onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del Movimento 5 Stelle nel governo Draghi”.
Nella petizione si chiede di votare anche su Vito Crimi e, nello specifico, sulle “responsabilità personali dell’attuale capo politico pro tempore e del Comitato di Garanzia per l’avallo di una consultazione ingannevole, che rischia di incidere in modo importante sulla nostra azione politica e sulla nostra compattezza”. Iscritti e parlamentari firmatari chiedono quindi il loro “immediato sollevamento dagli incarichi e la sospensione preventiva, in attesa degli esiti delle procedure disciplinari a loro carico, per tutte le gravi conseguenze causate dal loro comportamento e contrarie allo Statuto”.