In Abruzzo urne aperte fino alle 23 per eleggere Presidente e Consiglio regionale
Si conoscerà già questa notte il nuovo presidente e il Consiglio regionale della Regione Abruzzo dove le urne resteranno aperte fino alle 23. Un voto anticipato per le dimissioni del governatore Luciano D’Alfonso che è anche un test per il governo.
Dopo giorni di schermaglie tra Lega e Cinquestelle, l’esecutivo ritrova però l’unità nella volontà di dare discontinuità ai vertici Bankitalia e Consob e Salvini e Di Maio annunciano che presto arriverà un miliardo e mezzo di rimborsi ai risparmiatori. Più cauto il premier Conte: “Stiamo approfondendo”.
Intanto sono 1.211.204 i cittadini chiamati alle urne. A contendersi la poltrona di governatore l’ex vicepresidente del Csm e sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, 60 anni, avvocato, di Roccamontepiano (Chieti), a capo di una coalizione civica e di centrosinistra composta da 8 liste, Partito democratico, Legnini Presidente, Abruzzo Insieme, Avanti Abruzzo, Abruzzo in Comune, +Abruzzo, Progressisti per Legnini, Centristi per l’Europa-Solidali e popolari. Poi c’è Sara Marcozzi, avvocato 41enne di Chieti, consigliere regionale uscente, alla guida del M5s; Marco Marsilio, senatore, nato a Roma e di origini abruzzesi, di Fratelli d’Italia, 52 anni il 17 febbraio, in testa alla coalizione di centrodestra composta, oltre che dal suo partito, Lega, Forza Italia, Udc-Dc-Idea e Azione Politica; Stefano Flajani di CasaPound, 47enne avvocato di Alba Adriatica (Teramo).
“La Lega si è candidata insieme agli altri partiti del centrodestra per dare un Governo all’Abruzzo non è un preludio ad una nuova coalizione politica”, ha detto ieri da Vicenza il vicepremier Matteo Salvini.
In Abruzzo è in vigore un sistema elettorale proporzionale che non prevede il ballottaggio, quindi sarà eletto governatore chi otterrà più voti. La coalizione che ha sostenuto il candidato vincente avrà tra il 60 e il 65% dei seggi disponibili nel Consiglio regionale. La soglia di sbarramento è fissata al 4% per i partiti che corrono da soli e al 2% per quelli invece che si presentano in coalizione.
A tenere banco nella campagna elettorale sono stati diversi temi tra cui infrastrutture, autostrade, sanità, Tav, trivelle e identità regionale.
Sul fronte viabilità sorvegliate speciali sono l’A24 e l’A25, per il caro pedaggi e per la manutenzione, ma anche la questione delle concessioni.
Poi le infrastrutture. In primo piano c’è la linea ferroviaria Roma-Pescara. Un tragitto che impiega almeno 5 ore.
Altro tema clou il lavoro. Il candidato di centrosinistra, Giovanni Legnini, ha presentato un ‘Pacchetto’ prevedendo interventi da 110 milioni di euro perché “l’Abruzzo torni a essere una regione “dei giovani e per i giovani”. La candidata 5 Stelle Sara Marcozzi ha messo a punto un piano Marshall del lavoro per “rimettere in moto i fondi europei e creare sviluppo”, insieme a un “piano del turismo”.
Crescita, lavoro e sicurezza gli obiettivi programmatici nel piano del candidato del centrodestra Marco Marsilio insieme a valorizzazione del made in Abruzzo e difesa del territorio.
L’ambizione di Stefano Flajani è infine quella di rilanciare l’agricoltura, anche come strumento per la lotta al dissesto idrogeologico, grazie all’introduzione di un certificato di qualità per chi realizza produzioni interamente abruzzesi, promuovendo così le eccellenze del territorio.