Inchiesta Liguria, c’è l’ipotesi talpa. Intanto Fratin assicura: “Le gestioni commissariali continueranno”
Si fa sempre più largo l’ipotesi della presenza di una talpa sull’inchiesta della Procura di Genova che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti, il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani e l’imprenditore Aldo Spinelli, e in carcere l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini. Per far luce su chi avrebbe avvisato gli indagati di fare attenzione esiste un fascicolo per rivelazione del segreto di ufficio, aperto dai pm sulla scorta di un’intercettazione del settembre 2020. Il dialogo intercettato risale agli albori dell’inchiesta per corruzione e voto di scambio.
Intanto ieri Spinelli, parlando agli inquirenti, ha detto di essere sentito “in giro da Toti. Ho dato finanziamenti sempre rispettando la legge a tutti”. E sul caso è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo cui Toti merita “rispetto” anche per aver guidato “molto bene” la Liguria e “per molti anni”. Mentre il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin assicura che “Le gestioni commissariali continueranno”.
Un tema, questo, di rilevante importanza. Per quanto riguarda la gestione per lo spostamento del rigassificatore al largo di Vado Ligure, che era stata affidata a Toti, questa – spiega Pichetto Fratin – dovrebbe andare al governatore ad interim Piana. Sull’incarico di commissario per lo scolmatore del Bisagno all’assessore regionale Giacomo Giampedrone il ministro dice che “è una valutazione che dovrà essere fatta anche in ambito regionale”. Pichetto Fratin infine esclude che possano esserci impatti sui tempi delle procedure Via: “La valutazione di impatto ambientale va avanti con un organismo indipendente” ha assicurato il ministro.