Incontro governo-regioni, Conte: un Natale diverso; scuola e sci dopo le feste
In vista del nuovo Dpcm, i presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo, in videoconferenza, di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L’obiettivo dei governatori sarebbe evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve. Il governo, da parte sua, ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale: “Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire” ha assicurato il ministro Boccia.
Cruciale sarà dunque tutto il periodo delle feste natalizie ed il premier Conte lo dice chiaramente: “Altri sacrifici? E’ necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi”. Concetto ribadito da Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: ” passare un Natale ordinario con il cenone è piuttosto azzardato”. Ancora da definire gli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione.
Dai prossimi trenta giorni dipende poi anche il futuro della scuola: le regioni hanno suggerito al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza, per chi è ancora oggi in didattica a distanza. “Tutte le regioni hanno unanimemente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole – ha fatto sapere il governatore della Liguria Toti – in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata”.