La maggioranza di governo scricchiola sotto i colpi dello Ius Scholae: FI conferma la sua apertura
La maggioranza di governo scricchiola sotto i colpi dello Ius Scholae. Forza Italia conferma la sua apertura, sottolineando come non sia in contrasto con il programma del centrodestra. Sulla pagina Facebook del partito un comunicato recita: “Favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari. Garantire flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale. Entrambi sono punti presenti nel programma del centrodestra di governo. Lo Ius Scholae rappresenta lo strumento per mantenere queste promesse nei confronti degli elettori”.
Dichiarazioni che sembrano una risposta diretta alle dichiarazioni del capogruppo alla Camera Tommaso Foti di FdI, che ieri mattina aveva invece ribadito che “nel programma di governo non c’è questo argomento e non c’è neanche nei singoli programmi dei partiti”.
Dal palco del Meeting di Rimini anche Antonio Tajani è tornato sull’argomento dicendo: “Essere italiano non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu. Non sono né un pericoloso sovversivo né un estremista di sinistra, ma dico che bisogna guardare alla realtà per quella che è. Io insisto sulla formazione, sull’identità, sulla cultura, perché se tu accetti di essere europeo nella sostanza, sei italiano ed europeo non perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde, ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché vivi quei valori, perché dentro di te hai quell’anima europea. Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, La Paz o Dakar è la stessa identica cosa”, ha aggiunto il leader di Forza Italia.
A margine del Meeting di Rimini, per Fratelli d’Italia è stato però il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a ritornare sulla questione, scomodando addirittura l’Impero romano, quando “non si diventava cittadini romani d’emblée, ma per amore, per quello che rappresentava Roma all’epoca”. Per il ministro oggi deve essere lo stesso, dimostrando “l’amore” per la terra italiana. Sottolineando come “si diventa cittadini italiani con delle leggi e delle regole che sono comuni a gran parte dei Paesi del mondo”, Lollobrigida ha poi aggiunto che – anche se è vero che “le contaminazioni culturali ci devono essere” – bisogna rinnegare l’idea per cui “per essere contaminati bisogna rinunciare alla propria identità”.
E se la questione agita l’esecutivo, tra le opposizioni c’è chi applaude alle parole di Tajani. Tra questi il presidente del Pd Stefano Bonaccini. “Penso che se Fi vorrà fare sul serio, come spero, ci può essere una maggioranza persino parlamentare, trasversale, che sul tema dello Ius Soli, più precisamente sullo Ius Scholae, può trovare una ragione per trovarsi d’accordo. Se quelle parole, che tanti di noi hanno apprezzato, sono un’apertura vera, ci si mette a sedere subito e noi del Pd siamo pronti a discuterle immediatamente”, ha detto anche lui dal Meeting di Rimini.
Intanto uno studio di Tuttoscuola ha calcolato quanti ragazzi otterrebbero la cittadinanza italiana qualora la proposta di legge venisse accolta. Come rivelano i dati, ”sarebbero circa 560mila, di cui oltre 300mila nel primo anno di applicazione e i restanti nei successivi quattro anni”.