Lavoro, dal 15 ottobre gli statali tutti in presenza
Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta a margine della cerimonia dei premi Leonardo, ha annunciato: “Dal 15 ottobre ci sarà il ritorno in presenza di tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione per accompagnare la crescita e la vita dei cittadini che hanno diritto dopo 18 mesi difficilissimi, incerti e tragici, di ricominciare a vivere”. Lo stesso ha aggiunto: “questo è un momento magico che va accompagnato al meglio con tutte le potenzialità del capitale umano”.
Il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm per il ritorno in presenza. “Con la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi al decreto che fa cessare il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nella Pubblica amministrazione – ha commentato ancora Brunetta – si apre l’era di una nuova normalità e si completa il quadro avviato con l’estensione dell’obbligo di Green pass a tutto il mondo del lavoro”.
Poi sull’accordo all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) sullo smartworking, il ministro ha aggiunto: “Non è necessario perché sarà contenuto nelle linee guida del decreto approvato, nelle linee guida ministeriali e il contratto viene già assunto nelle sue linee fondamentali da queste linee guida”. Poi ha precisato: “penso che possa essere maturo entro un mese ed è la prima volta che lo smartworking è regolato da un contratto perché quello che abbiamo avuto per 18 mesi era emergenziale e non aveva una base contratturale”.
“Il nuovo smartworking – ha concluso Brunetta – sarà regolato con una base dal punto di vista informatico. Avrà delle strutture, avrà una organizzazione dedicata per obiettivi, avrà un’altra condizione, la customer satisfaction, si fa smartworking per la soddisfazione dei cittadini e delle imprese, non deve essere contro i cittadini e le imprese ma per migliorare efficienza e produttività”.
Sul Dpcm è intervenuto il segretario Uilpa Sandro Colombi: “Quando ci sono decreti e norme non si può fare altro che adempiere. Avremmo voluto che questa cosa fosse messa più a sistema e in un momento di confronto con le organizzazioni sindacali, per capire se l’utilizzo di quello che è chiamato smartworking, che poi è stato homeworking, avesse invece prodotto dei risultati che potessero consentire di dire se effettivamente in alcune situazioni una percentuale fissata poteva migliorare la qualità del servizio erogato. La necessità di sedersi intorno al tavolo era indispensabile. Non disperiamo di farlo, con la trattativa all’Aran si punta a regolare il lavoro agile”.