Manovra di governo. Niente accordo M5S-Lega. Oggi nuovo vertice
Non riesce ancora a vedere la luce l’intesa sulla manovra per i due partiti di maggioranza. La cosiddetta “pace fiscale” è ancora tema di scontro tra M5S e Lega. E’ quanto spiegano fonti di governo al termine del pre-Consiglio riunitosi ieri sera a Palazzo Chigi. Assenti sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini, non sarebbe emersa una soluzione condivisa su uno dei nodi principali del decreto fiscale, atteso oggi in Consiglio dei ministri.
Oggi è previsto un nuovo vertice politico, che dovrebbe svolgersi prima del Cdm delle 17, con il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier a dover trovare la sintesi.
Visioni diverse quindi per la pace fiscale: per il M5S il tema non può minimamente confondersi con quello di condono. I pentastellati sono orientati verso un ravvedimento operoso, strumento già esistente, che prevede sanzioni e interessi ridotti in caso di errori o omissioni nei versamenti. La soluzione potrebbe essere rafforzarlo, ampliandone le modalità e la validità temporale.
La Lega invece pensa ad una dichiarazione integrativa, considerata inaccettabile dai 5S. Per venire incontro ai pentastellati, si è cercato di alzare al 25% (e non più il 15%) la percentuale da pagare sul debito totale. Sempre che si riesca a trovare un’intesa sulla soglia anche di questo importo: 500.000 euro, 200.000 o 100.000. Sul tavolo c’è poi anche il problema, tutt’altro che indifferente agli occhi dei pentastellati, dell’emersione dei contanti. Tema di cui si è parlato finora meno, ma che, secondo quanto si apprende, sarebbe ancora tra quelli sponsorizzati dalla Lega.
Altro nodo importante è dove trovare le coperture per la manovra 2019. Il governo infatti dovrà necessariamente indicarle nel Documento programmatico da inviare a Bruxelles. Le entrate previste dalla manovra al momento ammontano a 8 miliardi (cifra dove la pace dovrebbe fare la parte del leone), mentre i tagli sono quantificati in circa 7 miliardi. Una fetta importante di risorse, pari a 1 miliardo di euro, arriverà secondo Luigi Di Maio, anche dal taglio delle pensioni d’oro.