Manovra: il governo fa dietrofront su medici in pensione a 72 anni
Il governo fa dietrofront in merito all’emendamento alla Manovra che prevedeva l’innalzamento dell’età pensionabile dei medici dirigenti e dei medici docenti universitari a 72 anni di età . Ad annunciarlo è stato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiegando: “un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione”.
L’annuncio della presentazione dell’emendamento aveva riportato i medici sulle barricate, dopo lo sciopero di due settimane fa per i tagli alle pensioni. L’Anaao Assome, il principale dei sindacati dei medici ospedalieri, aveva fatto sapere: è “un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Questa volta faremo le barricate e siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito. Non si salva così la sanità pubblica”.
In una nota i componenti M5s della Commissione bilancio del Senato Mariolina Castellone, Ketty Damante e Stefano Patuanelli comunicano: “Grazie al M5s e alla sua intransigenza per l’ennesima volta è stata fermata la follia governativa che avrebbe voluto mandare i medici in pensione a 72 anni per non tagliare la loro pensione. Alla fine il Governo, che aveva annunciato la sciagurata misura con il sottosegretario Ciriani, ha dovuto desistere. Ma con un esecutivo che non ha nessuno scrupolo nel fare cassa sulla pelle dei lavoratori, per di più quelli che hanno protetto la sanità pubblica nel momento più difficile della storia del Paese, il pericolo è sempre dietro l’angolo. E’ infatti appena il caso di ricordare che non è certo la prima volta che si prova a giocare la carta del trattenimento in servizio del personale sanitario. Anche questo episodio racconta in modo più che eloquente il cammino di una Legge di bilancio senza capo né coda”.