Manovra: per le neomamme sarà possibile lavorare fino al nono mese di gravidanza
Nella Manovra novità per le neomamme lavoratrici. Chi vorrà, previo via libera del medico, potrà rimanere al lavoro fino al nono mese, conservando l’intero periodo di astensione di 5 mesi a dopo il parto. E’ quanto prevede un emendamento della Lega dedicato alle politiche delle famiglia approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Il nuovo sistema viene proposto come ‘alternativa’ all’attuale, che impone invece l’obbligo di astensione (di uno o due mesi) prima della nascita del bambino.
Tra le altre novità aumenta da 1.000 a 1.500 euro l’anno il bonus per l’iscrizione agli asili nido pubblici o privati. Modifica anche per il congedo di paternità, che passa obbligatoriamente da 4 a 5 giorni. Viene confermata inoltre la possibilità per il padre di astenersi per un ulteriore giorno (in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima).
Ritornando al bonus nido che sale a 1.500 euro all’anno a partire dal 2022 sarà invece un Decreto del presidente del Consiglio a determinare l’importo del bonus per l’iscrizione agli asili nido, che sarà comunque non inferiore a 1.000 euro su base annua.
Inoltre nello stipulare accordi di lavoro “agile”, cioè senza vincoli di orari o di luogo, i datori di lavoro dovranno dare priorità alle richieste in arrivo da mamme con figli sotto i tre anni e da genitori di figli disabili. L’emendamento presentato dalla Lega prevede che la Carta per la famiglia (con sconti e riduzioni tariffarie per i nuclei con più di tre figli a carico) sia distribuita fino ai 26 anni dei figli e non più fino ai 18. Il costo stimato è di 1 milione di euro l’anno a valere sul Fondo per la famiglia.