Mes, sì della Camera. Per Conte l’Italia non ha nulla da temere
Sì della Camera alla risoluzione unitaria di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo, durante il quale si discuterà del Mes. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 291 voti a favore e 222 contrari. Bocciate le risoluzioni del centrodestra e di +Europa, su cui il governo aveva espresso parere contrario.
Il premier Giuseppe Conte come da programma è intervenuto alla Camera sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità in vista del Consiglio Ue che si terrà domani e dopodomani. “L’Ue è una famiglia, non è il momento di dividersi. L’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali. La revisione del trattato non apporta modifiche sostanziali a quello già esistente e non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri. La riforma del Mes non ci spaventa: chi vuole uscire dall’euro lo dica chiaramente”.
“Come ho sottolineato nella mia informativa del 2 dicembre, il Mes non è indirizzato contro un particolare Paese o costruito a vantaggio di alcuni Paesi e a scapito di altri… ma è una assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario a vantaggio di tutti’. In particolare l’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati”.
E Conte ammette alcuni punti di criticità: un punto che deve essere revisionato saranno sicuramente gli interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e, comunque, la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”. Sull’Unione bancaria, invece, “nei prossimi passaggi del negoziato ci faremo promotori dell’introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), di un titolo obbligazionario europeo sicuro” e “ci impegneremo per una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3”.
Inoltre serve un’azione più concreta per modernizzare il modo in cui l’Ue finanzia il proprio bilancio: “l’Italia ha costantemente sostenuto l’esigenza di modernizzare anche il modo in cui l’Unione europea finanzia il proprio bilancio” ma critica come “limitato e minimalista” l’approccio che si limita alla sola introduzione della “risorsa plastica” (con 0,80 centesimi di euro per chilogrammo)”. Il premier invece propone il “sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (Emissions Trading System), o la definizione della Common Consolidated Corporate Tax Base (Ccctb), chiave per future nuove risorse proprie e per l’armonizzazione dei sistemi di tassazione delle multinazionali tra i vari Stati dell’Ue”.
Intanto Luigi Di Maio ribadisce che per quanto riguarda l’approvazione della riforma “finché non avremo un quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva niente”. Abbiamo ottenuto, ha detto, che prima dei prossimi passaggi sul Mes a gennaio o febbraio “si torni in Parlamento e che questo venga pienamente coinvolto. E anche questo è dentro la risoluzione” di maggioranza. “L’Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma”.