Migranti, Cdm approva il decreto legge sui Paesi sicuri
Dopo la sentenza del Tribunale di Roma sul trattenimento dei migranti in Albania e il loro rientro in Italia, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che rende norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio, e non più secondaria, come è invece il decreto del ministro degli Esteri, di concerto con quelli di Interno e Giustizia, con cui finora è stato annualmente aggiornato l’elenco. L’elenco verrà aggiornato periodicamente, sempre mediante atto avente forza di legge.
I Paesi sicuri per il rimpatrio sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha spiegato che con il decreto di ieri si è tenuto conto dell’integrità territoriale e si è escluso Camerun, Colombia e Nigeria. Il giudice non potrà più disapplicare la norma, ma se la ritiene incostituzionale può fare ricorso alla Consulta.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si augura che con questo provvedimento non accada il ripetersi di decisioni come quella del Tribunale di Roma, che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del Cpr in Albania. In attesa del vaglio del Quirinale sul provvedimento, nelle prossime settimane sarà messo alla prova dei fatti l’obiettivo dell’esecutivo. “La strategia del governo – ha chiarito la premier Meloni – resta quella di difendere i confini e ristabilire un principio fondamentale: in Italia si entra solo legalmente, seguendo le norme e le procedure previste”. La puntualizzazione della premier arriva a commento di una operazione che in Calabria ha colpito un traffico di esseri umani.
“Magistrati politicizzati che vogliono fare opposizione – ha scritto Meloni in un tweet mattutino – Finché avremo il sostegno dei cittadini continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro, senza sosta, senza paura”.
Intanto le operazioni di trasporto dei migranti in Albania procederanno e Piantedosi respinge le critiche sui costi, sollevate anche dalle opposizioni, con il M5s che ha presentato un esposto alla Corte dei conti e dichiara: “Ma quanto ci costa distribuire i migranti tutti i giorni da Lampedusa a Pozzallo o Porto Empedocle? E quanto ci costa il sistema di accoglienza? Il Viminale spende ogni anno 1,7 miliardi di euro per dare assistenza a persone che per il 60-70% dei casi sono destinate a vedersi bocciata la domanda di asilo”.