Migranti: non si fermano gli sbarchi. Decreto Cutro in Senato
Non si fermano gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Nella giornata di ieri, domenica 16 aprile, si sono registrati quasi mille arrivi dalle coste africane. Oggi invece sono attesi 200 migranti soccorsi a circa 170 miglia a sud delle coste della Sicilia.
Nel frattempo Valerio Valenti, è stato nominato commissario delegato allo stato di emergenza per i migranti, ma quattro regioni a guida Pd non hanno firmato l’intesa. I sindaci del Partito democratico chiedono invece al Governo di fare un passo indietro sullo smantellamento del sistema di accoglienza e tornano a proporre l’introduzione dello ius scholae per garantire diritti e integrazione ai migranti. Proposta subito bocciata da Salvini: “io sono contrario allo ius soli e allo ius scholae. Non può essere la cittadinanza un omaggio lungo il percorso senza che chi la riceve possa scegliere al compimento dei 18 anni”.
In un documento congiunto sul decreto Cutro i primi cittadini di Roma, Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella chiedono al governo di fermarsi almeno “sull’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai”, un sistema che andrebbe invece rafforzato. Per i sindaci inoltre i Cas andrebbero “trasformati in hub di prima accoglienza” da cui fare passare i migranti all’arrivo, prima di essere trasferiti “in modo rapido” al sistema dell’accoglienza”.
A fare salire la temperatura tra maggioranza e opposizione l’annunciata ulteriore stretta sulla protezione speciale, che passa alla prova del voto dopo il serrato confronto per trovare una intesa nella maggioranza. Le votazioni in commissione Affari costituzionali sono previste intorno a mezzogiorno. Il cosiddetto decreto ‘Cutro’, varato nella cittadina calabrese all’indomani del naufragio costato la vita a oltre 90 migranti, è invece atteso in Aula tra martedì e mercoledì, ma sul tavolo ci sono quasi 350 proposte di modifica delle opposizioni e il sub-emendamento della maggioranza che restringe ulteriormente le maglie alla protezione speciale, oltre ai famosi 21 emendamenti della Lega.
Giorgia Meloni: “La protezione speciale non esiste a livello europeo”. Per la premier questa ulteriore protezione alla luce dei flussi migratori, “non va bene”. Sulla stessa lunghezza d’onda il leader leghista Matteo Salvini: “l’Italia non può accogliere da sola i migranti che arrivano da ogni dove”, mentre il forzista Maurizio Gasparri, primo firmatario della proposta di maggioranza, sottolinea che era “urgente e indispensabile” intervenire perché “negli anni l’uso strumentale della protezione umanitaria ha praticamente attuato una sanatoria permanente”.
Cosa cambia: la protezione speciale potrà essere rinnovata solo per 6 mesi e non si potrà più trasformare in permessi di lavoro. Ridimensionata anche la protezione da calamità e per cure mediche.