Migranti, Piantedosi: “I centri albanesi possono diventare Cpr”


“Gli arrivi di migranti sono in calo, merito della deterrenza. I centri albanesi possono diventare Cpr”. Così il ministro degli Interni Matteo Piantedosi che fa il punto sull’emergenza immigrazione clandestina e sui centri ad hoc in Albania, fortemente voluti dall’esecutivo e altrettanto fortemente criticati dall’opposizione. Confermando l’ipotesi di imprimere una virata sull’utilizzo dei centri albanesi di Gjader e Shengjin, finora rimasti vuoti, in un’intervista a La Stampa, aggiunge: “Potrebbero avere un ruolo per rafforzare il sistema per rimpatriare i migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia”.
Per Piantedosi grazie alla veste di Centri per l’immigrazione “potremo così riportare a casa i soggetti che, altrimenti, finiscono per rendere le nostre città meno sicure. I rimpatri sono un tema che sta affermandosi nel dibattito politico in tutto il mondo, anche Oltreoceano. A noi, oramai, lo chiede l’Europa. Finalmente. Dovremmo esserne tutti contenti”.
“In questo primo scorcio di anno – aggiunge il ministro – rileviamo un ulteriore calo degli arrivi, ad oggi, di circa il 17% rispetto allo stesso periodo del 2024, un anno che a sua volta aveva fatto registrare una significativa riduzione degli sbarchi a fronte di quello precedente pari a -58% e di circa -37%rispetto a quello precedente ancora. Siamo soddisfatti perché rileviamo l’evidenza del lavoro che stiamo facendo per contrastare gli affari dei trafficanti di esseri umani, anche se il permanere di elementi di instabilità in alcuni Paesi di partenza ci inducono a mantenere alte cautela e attenzione”.
In conclusione il ministro evidenzia che la riconversione dei centri, non più dedicati alla prima accoglienza, non comporterebbe ulteriori investimenti, poiché “contengono già al loro interno spazi dedicati a effettuare i rimpatri”. La struttura è già predisposta per questa funzione. L’originaria funzione dei centri sarà mantenuta e l’effetto deterrenza è comunque accresciuto dal fatto che aumentiamo i rimpatri. Oggi siamo a +35% rispetto all’anno scorso”.