Migranti, sbarchi triplicati nel 2023. Crosetto: “È strategia della Wagner”
A pochi giorni dall’approvazione del decreto migranti a Cutro, la premier Giorgia Meloni riunisce i ministri e i vertici dei Servizi segreti a Palazzo Chigi: il governo vuole valutare nuove soluzioni per affrontare l’emergenza sbarchi, che – stando ai numeri del Viminale – registra già numeri triplicati rispetto allo scorso anno. Nella sua guerra dichiarata ai trafficanti di esseri umani, l’esecutivo punta il dito contro la Russia. Il ragionamento fatto da più voci del governo, su tutti il ministro della Difesa Guido Crosetto, è che i mercenari della Wagner al soldo di Mosca, utilizzino – grazie alla loro influenza in Nord Africa – i flussi di migranti come arma ibrida. Conseguenza diretta dell’impegno dell’Italia al fianco di Kiev nel conflitto in Ucraina. Per questo serve l’intervento di Ue e Nato. E sul tavolo rispunta l’ipotesi di un maggior coordinamento sulla sorveglianza marittima per l’individuazione dei barconi in acque extraterritoriali. Con il coinvolgimento, quindi, della Marina militare.
Anche la premier Meloni la pensa allo stesso modo. “Siamo stati accusati di cose raccapriccianti ma ho la coscienza a posto – chiarisce la presidente del Consiglio – Più persone partono e si mettono nelle mani di cinici trafficanti, più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare la vicenda. Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi solo chi ha i soldi per pagarli, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti”.
Accuse a cui ha replicato direttamente il capo dei mercenari russi, Yevgeny Prigozhin: “Crosetto – ha detto – dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”.