Nomine Ue: il governo vuole Fitto a Bruxelles e il Ppe l’appoggia

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Il governo, in vista delle nomine Ue, spinge a una delega di peso e a una vicepresidenza esecutiva alla Commissione europea. Si dà ormai per certo che per il ruolo di vice di Ursula von der Leyen Palazzo Chigi indicherà il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, che a Roma ieri ha incontrato il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber in compagnia di Giorgia Meloni. E incassa l’appoggio del numero uno del più importante raggruppamento politico Ue. Il negoziato andrà avanti anche nelle prossime settimane, mentre l’intesa tra il premier italiano e il leader Ppe appare sempre più salda.

Dopo il summit a Roma e i 90 minuti di faccia a faccia con Giorgia Meloni, al “Corriere della Sera”,  Weber ha dichiarato: “Per me, come leader del Ppe, è impossibile ignorare, isolare l’Italia. È un Paese centrale in Europa, uno dei padri fondatori. In Italia c’è una popolazione pro-europea, non c’è nessun partito che vuole uscire dall’euro come invece in altri Paesi. Lavorerò sempre per includere l’Italia nel processo delle decisioni”. E ancora: “Rispetto a due anni fa, la percezione che si ha in Europa di Giorgia Meloni è che sia cambiata notevolmente e che Tajani abbia contribuito molto. Adesso lei è rispettata come primo ministro, il suo governo di centrodestra è visto come pro-Europa, uno governo credibile che sta cercando di risolvere i problemi”.

Nell’ora e mezza di colloquio, i Meloni e Weber hanno poi parlato di competitività, sfide strategiche, investimenti, industria, condividendo la necessità di una visione meno ideologica da parte della Commissione nei prossimi anni. Un approccio che, dal  punto di vista italiano, va applicato anche alla valutazione degli investimenti per la transizione verde all’interno dei bilanci, come anche, possibilmente, al Pnrr.