Ok alla riforma della magistratura, Cartabia: “un passo ineludibile”
La guardasigilli in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha commentato il risultato come una “riforma ineludibile, per la scadenza a luglio del Consiglio attualmente in carica e per stare al fianco dei magistrati nel percorso di rinnovamento e di recupero della piena fiducia e credibilità, su cui c’era stato un richiamo importante del presidente della Repubblica”. “Abbiamo messo mano al sistema elettorale” del Csm, “riscritto il capitolo delle porte girevoli per i magistrati che entrano in politica, “modificato in modo incisivo le modalità di nomina del Csm e dei vertici apicali per evitare nomine a pacchetto e accordi non virtuosi”, ha aggiunto il ministro della Giustizia.
Il commento di Draghi: “C’è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in Parlamento entro l’elezione del nuovo Csm”. Il premier ha poi aggiunto: “c’è stata questa consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche. Quindi niente tentativi di imporre la fiducia. E’ un provvedimento di portata tale che necessita di questa apertura” e c’è stato l’impegno “di tutti ministri a sostenere con i propri partiti questa riforma”.
Risvolti economici. Per il premier Draghi “una giustizia dai tempi certi, rapida, favorisce l’afflusso di investimenti stranieri, ma non direi che le questioni discusse oggi siano direttamente collegabili a questo. E’ un lungo percorso di cui oggi è solo una parte”.
In conferenza stampa era presente anche il ministro Economia Daniele Franco che ha fatto il punto sui bonus edilizi: “si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio” le operazioni, “potremmo avere dentro il sistema bancario una possibilità più ampia, con due o tre cessioni” del credito, “tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto”.
Le reazioni. Per la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega: “Quanto approvato è solo un punto di partenza. Il testo dovrà essere migliorato in Parlamento, così come assicurato dal premier Mario Draghi, ma un cambiamento radicale sarà possibile solo grazie ai referendum” .
M5s: “La riforma del Csm, ritorna al testo dell’ex ministro Bonafede e contiene quel fondamentale principio che abbiamo sempre sostenuto: lo stop alle porte girevoli fra politica e magistratura senza eccezioni. Esamineremo il testo in Parlamento, con l’auspicio di approvarla definitivamente prima del rinnovo delle cariche al Csm, ma intanto possiamo dirci soddisfatti”.