Ok unanime, al testo sulla riforma della Giustizia. Ora Draghi chiede lealtà ai partiti
Ok unanime, ma travagliato, del Consiglio dei ministri al testo sulla riforma della Giustizia. Determinanti le mediazioni di Draghi e della Guardasigilli Cartabia che hanno fatto rientrare il dissenso del M5s sulla prescrizione, evitando un via libera “a metà” per una delle riforme cruciali, nell’attuazione del Recovery plan. La soluzione è stata citare espressamente i reati contro la Pubblica amministrazione, come corruzione e concussione, tra i reati “gravi” per i quali i tempi della prescrizione processuale ora sono più lunghi.
La riforma del processo penale elaborata dalla Guardasigilli ha tra gli obiettivi: la diminuzione dei tempi della giustizia e una trasformazione tale, da renderli compatibili con gli obiettivi del Pnrr e con gli standard europei. L’intervento è corposo e complesso, si va dalla riforma della durata delle indagini preliminari, al ‘contingentamento’ dell’ obbligatorietà dell’azione penale, passando per il capitolo sanzioni e riti alternativi, ma soprattutto per il ritorno ‘parziale’ della prescrizione.
Come funziona. Fino ad oggi la prescrizione si blocca dopo il primo grado di giudizio. Il meccanismo studiato da Cartabia, invece, prevede la prescrizione esistente solo fino al primo grado. Dal secondo subentra un altro concetto, quello dell’improcedibilità. Se l’Appello non si conclude entro due anni, il processo non può più andare avanti. Lo stesso vale per quello in Cassazione, dove il timing scatta entro un anno. Sono previste delle proroghe per i procedimenti più complessi e la possibilità per gli imputati di rinunciare all’improcedibilità. Sono esclusi i reati imprescrittibili, cioè quelli puniti con l’ergastolo. Per raggiungere l’intesa con i grillini, tra i reati con tempi più lunghi, sono stati inseriti quelli più gravi contro la Pubblica amministrazione, con una durata di 3 anni per l’appello e di 18 mesi per la Cassazione.
Tra gli altri punti contenuti nella riforma: c’è anche quello riguardante le indagini preliminari, per le quali si introducono previsti tempi più rapidi. Tra i vari emendamenti spunta anche la possibilità, per il pm, di chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato solo in caso gli elementi acquisiti consentano una “ragionevole previsione di condanna”.
Altro punto previsto nella riforma è la spinta ai riti alternativi e una delega al Governo per disciplinare la giustizia riparativa.
Soddisfatto il premier Mario Draghi che ha ringraziato la Cartabia per il bel testo: “il tema è complesso e di alta dignità per il significato del governo. Vi chiedo di sostenere con lealtà in Parlamento questo importante provvedimento”, ha aggiunto Draghi, chiedendo lealtà ai partiti.
Le parole di Marta Caratabia: “veniamo da esperienze politiche diverse, esprimiamo bandiere identitarie, lo sforzo è stato quello di allontanarsi un poco datali bandiere ma in modo tale” che tutti possano riconoscersi nel testo della riforma. “Lo sforzo della riforma è stato dare un’immagine del processo penale, in cui tutti potessero riconoscersi”.