Ong e migranti: è scontro nel governo per il “codice di condotta”
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Si accende lo scontro politico sul codice di condotta delle Ong, in particolare dopo l’episodio della nave di Medici senza frontiere alla quale è stato impedito di entrare nelle acque italiane per il trasbordo dei migranti soccorsi. Da un lato c’è la posizione del ministro dell’Interno Minniti, che vuole il rispetto delle regole alla lettera, dall’altro la posizione del titolare dei Trasporti Delrio, è più morbida e favorevole al trasbordo in mare dei migranti dalle navi delle ONG (anche non firmatarie) a quelle della Guardia Costiera (che fa capo a lui), per portarle in salvo in Italia.
“Chi non ha firmato il Codice di condotta non potrà far parte del sistema di salvataggio che risponde all’Italia”, aveva detto l’altro giorno proprio il ministro Minniti, e infatti la nave Prudence di Medici senza Frontiere – una delle Ong che non ha sottoscritto il documento – non è entrata nelle acque territoriali italiane per far sbarcare i 127 migranti che aveva soccorso. Si è fermata a 33 miglia da Lampedusa e qui è avvenuto il trasferimento su due motovedette della Guardia costiera. In pratica, la stessa procedura attuata molte altre volte in passato, tant’è che la stessa Msf precisa che “tutto si è svolto in modo regolare. Noi continuiamo a lavorare, a stare in mare per salvare persone. Continuiamo a collaborare con la Guardia Costiera, come abbiamo sempre fatto. Se ci sono nuove modalità operative, ci adatteremo”.
Inoltre sempre secondo quanto disposto dal Ministero dell’interno, in caso di richiesta di autorizzazione a entrare in un porto italiano da parte di una nave di una Ong che non ha sottoscritto il Codice, non ci deve essere risposta: il dicastero infatti è competente solo per quanto succede sulla terraferma. La competenza in mare è del ministero dei Trasporti che potrà scegliere a quale porto indirizzare l’imbarcazione, ma senza garantire la certezza che venga poi attivata la procedura per il fotosegnalamento dei migranti e il loro trasferimento nelle strutture di prima accoglienza.
Al momento il premier Paolo Gentiloni non ha preso una decisione definitiva e fa da mediatore tra i due dicasteri.
Forza Italia definisce il progetto del “codice di condotta” fallimentare e addirittura favorisce le ong che non lo firmano. “ La nostra guardia costiera risparmia loro il tempo di raggiungere il porto e prelevano merce umana in alto mare”, afferma il senatore Lucio Malan, secondo cui l’unica soluzione “è impedire le partenze o fermare i barconi prima che escano dalle acque libiche”.
Per la Lega occorre invece “sequestrare le navi delle Ong”, visto che con il Codice “il Governo ha fatto “una genialata: la nave di Msf non è autorizzata ad attraccare nei porti italiani e così la Guardia Costiera ha portato un numero considerevole di finti profughi a Lampedusa. Fantastico. Ma ci credono tutti imbecilli?”.
Intanto una nave spagnola appartenente alla Ong Open Arms sarebbe bloccata al largo di Malta in attesa di istruzioni su dove far scendere i migranti recuperati in acque libiche. Secondo il Times di Malta,l’imbarcazione “Golfo Azzurro” avrebbe ricevuto il divieto di attracco dalle autorità italiane.