Open Arms, nuova richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini
Sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio: con queste accuse il Tribunale dei Ministri di Palermo chiede al Senato una nuova autorizzazione a procedere per Matteo Salvini per il caso Open Arms.
Nell’ agosto 2019, l’allora ex ministro dell’Interno, vietò per venti giorni lo sbarco dei migranti soccorsi della nave della Ong spagnola Open Arms.
A renderlo noto è stato lo stesso leader della Lega con un tweet: “Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola.
Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai”, ha scritto Salvini che attende per il 12 febbraio il voto dell’aula del Senato sull’altra richiesta di autorizzazione che pende sulla sua testa, quella per il caso Gregoretti su cui la giunta ha già dato l’ok al processo.
Nel novembre scorso Salvini era stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento con l’ipotesi di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio per aver impedito alla Open Arms, nave dell’omonima Ong, ferma per quasi venti giorni al largo di Lampedusa, di far scendere gli oltre 140 migranti che aveva soccorso in due diverse operazioni.
Poiché le accuse si riferiscono ad azioni compiute da Salvini nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, il fascicolo era passato al tribunale dei ministri di Palermo.
Nelle 110 pagine del provvedimento con cui ora il tribunale ha accolto le indicazioni dei pm palermitani si afferma l’obbligo di prestare soccorso in mare. I giudici hanno anche definito non politico ma “amministrativo” l’atto di vietare l’approdo ai migranti deciso da Salvini in autonomia, senza alcun coinvolgimento del governo, e “ignorando l’emergenza sanitaria a bordo di cui il Viminale era a conoscenza”.