Open Arms, Salvini: “Avanti fino in cassazione”. Riunione Lega: “Tentato attacco al governo”
Matteo Salvini non patteggerà. E’ “convinto di aver ragione” ed è per questo che andrà “avanti fino in cassazione”. A dichiararlo, parlando del processo Open arms a suo carico, è lo stesso leader della Lega a “Quarta Repubblica” su Rete 4. L’attuale ministro dei Trasporti, all’epoca dei fatti al Viminale, ha chiarito la sua posizione: “No, non patteggio perché ritengo di aver difeso la sicurezza del mio Paese e di aver mantenuto una promessa, da politico dissi: votatemi e riduco gli sbarchi”.
La richiesta della Procura di Palermo è di una condanna a 6 anni di carcere per il vicepremier, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. “Ci sarà l’intervento della difesa il 18 ottobre, entro ottobre ci sarà la sentenza – specifica in tv Salvini – Possono succedere due cose: o mi assolvono perché ho difeso i confini del mio Paese o mi condannano. Se mi dovessero condannare, lo riterrei un precedente grave. Io finirei in carcere per almeno due anni. L’immigrazione clandestina è un business. Io i terroristi, gli stupratori, quelli che hanno 18 identità e provano a sbarcare per la sesta volta a Lampedusa non li faccio sbarcare. Ci vuole un limite, possiamo accogliere un tot di persone”. Poi l’accusa all’opposizione: “Io spero che a sinistra qualcuno si vergogni. E’ qualcosa di umanamente veramente imbarazzante”.
Nel pomeriggio di ieri si è riunito anche il consiglio federale della Lega convocato d’urgenza da Matteo Salvini. Un solo punto all’ordine del giorno: “Iniziative della Lega per difendere la Democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini messi a rischio da una sinistra anti-italiana che usa i Tribunali per le sue vendette politiche”. Aprendo il vertice il leader del Carroccio ha detto: “Ringrazio il governo e i partiti di maggioranza per la grande e affettuosa solidarietà. Si tratta di un processo politico e di un tentativo della sinistra di attaccare il governo e il diritto alla difesa dei confini nazionali”.
Seduta accanto a Salvini la senatrice (e sua legale) Giulia Bongiorno. “C’è fiducia nei confronti della magistratura ma nel contempo c’è consapevolezza che nell’ambito di questo processo ci sono alcune anomalie” ha detto ai cronisti l’avvocata uscendo da Montecitorio.