Pd diviso sulle Europee. Il 29 settembre in piazza contro i “seminatori di odio”
Finite le vacanze termina anche la tregua estiva all’interno del Pd e, complice il presidente francese Emmanuel Macron, si riapre il dibattito congressuale tra le varie anime del partito.
A innescare la diatriba ci ha pensato l’intervista di Nicola Zingaretti a “Repubblica”, in cui il governatore del Lazio “non esclude una alleanza politica con Macron” in vista delle prossime europee. Ma poi chiarisce: “Escludo invece di fare come Macron. La nostra storia e il nostro futuro non si può infilare dentro a quel modello elitario, repubblicano ma rappresentativo dei piani alti della società francese”.
Contro il governatore del Lazio si è scatenata, per tutta la giornata, una pioggia di critiche ‘renziane’, tanto che la responsabile Comunicazione Marianna Madia interviene per invocare una moratoria del dibattito social: “Rischiamo il ridicolo”.
A questo punto da Cortona l’ex premier Paolo Gentiloni si dice d’accordo sull’accelerazione del congresso: “Abbiamo coltivato una sorta di revanscismo contro gli elettori: non ci avete votato e beccatevi Salvini. Questa cosa qui deve finire. Il congresso va fatto al più presto e forse andava convocato già alcune settimane fa durante un’assemblea del Pd. Quando lo dico alle Feste dell’Unità parte l’applauso…”.
E oggi nuovo affondo del segretario del Pd Maruzio Martina contro il governo dell’odio: “Penso che sia venuto il momento di chiamare ad una mobilitazione nazionale gli italiani che non si rassegnano a vedere questo Paese in preda ai seminatori di odio. Il Pd fa un passo avanti e chiede a tutti di fare altrettanto. Il Pd rilancia il suo impegno anche con la piazza del 29 settembre, a Roma, (probabilmente piazza del Popolo,ndr). Sarà “la piazza per l’Italia che non ha paura”. Possiamo e dobbiamo costruire una prospettiva di speranza per il Paese”
Poi tornando sull’alleanza con il francese Macron ha aggiunto: “In chiave europea bisogna unire le forze, da Macron a Tsipras su un chiaro progetto di cambiamento sociale e democratico. Non c’è sovranità italiana senza lo scudo europeo. Alle elezioni 2019 la discriminante sarà secca: da una parte chi vuole la nuova Europa dei cittadini, dei popoli e della sovranità condivisa e dall’altra chi vuole la distruzione del progetto con il ritorno dei nazionalismi. L’alternativa a Salvini la dobbiamo costruire prima di tutto noi , dentro i nostri confini”.