Pensioni: sì all’aumento dell’età, Cgil in piazza. Via Libera al reddito di inclusione
Il governo ha presentato in Senato l’emendamento alla Manovra sulle pensioni. La proposta prevede, tra l’altro, che nel 2019 siano esonerati dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni 14.600 persone impegnate in lavori “gravosi”. Per il triennio fino al 2021 è previsto un costo di quasi 385 milioni.
Passano da 11 a 15 le categorie di “lavori gravosi” che vengono esentate, sia per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia che quelle di anzianità. Lo prevede l’emendamento alla legge di Bilancio depositato dal governo in commissione al Senato. Si aggiungono infatti quattro categorie, come anticipato dal governo al tavolo con i sindacati, che sono quelle degli gli operai dell’agricoltura, della zootecnica e pesca; i pescatori dipendenti o soci di cooperativa; lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature; marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed nelle acque interne.
L’emendamento contiene, tra l’altro, alcuni ritocchi al meccanismo di adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita, in linea con l’esito del tavolo tra governo e sindacati esclusa la Cgil che non ha firmato e anzi, il 2 dicembre sarà in piazza per protesta.
Intanto via libera al reddito di inclusione, la nuova misura di contrasto alla povertà. A beneficiarne in prima battuta saranno famiglie con minori, disabili e over 55 disoccupati. I bonus possono arrivare fino a 485 euro al mese. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal primo dicembre.