Politica nel caos dopo il voto: difficile il dialogo tra le parti
E’ pieno caos dopo il voto del 4 marzo scorso. Il valzer delle alleanze è partito, ma i margini per gli apparentamenti sembrano strettissimi. Oggi il ministro della Giustizia Orlando ha assicurato che il 90% del Pd è contrario ad un’alleanza con il M5S in primis il Ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che questa mattina si è iscritto al Pd. Ma solo dopo aver confermato il suo ‘no’ all’alleanza con i pentastellati: “Se il PD si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici”. “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno – ha aggiunto Calenda – è arrocco da un lato e desiderio di resa dei conti dall’altro”. “Un leader c’è, si chiama Paolo Gentiloni e fa il Presidente del Consiglio”, ha concluso Calenda.
Contro di lui si è però scagliato il presidente della Regione Puglia e leader di Fronte democratico, Michele Emiliano che ha dichiarato: bisogna “Liberarsi al più presto di personaggi come Calenda “, è però la replica del Che ha aggiunto: “Se Calenda rifiuta il governo con M5s è un motivo in più per fare l’alleanza”. E proprio il leader pentastellato Luigi Di Maio ha scelto di inviare a la Repubblica, quotidiano storicamente vicino al Partito democratico, una lettera rivolta agli altri partiti politici. “Tutte le forze politiche devono manifestare responsabilità” ha scritto Di Maio.
Mentre le spaccature sul fronte del Pd sembrano inarrestabili, tanto che le minoranze del partito, sono intenzionate a preparare un documento congiunto per chiedere che Matteo Renzi lasci subito la segreteria , rendendo immediatamente effettive le annunciate dimissioni. Il testo sarà presentato dagli esponenti delle correnti di minoranza nelle direzioni provinciali e regionali, in fase di convocazione in tutta Italia per l’analisi del post voto.
Intanto il Presidente del Consiglio Gentiloni, sentito il Cisr ovvero il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica e recependo il parere del Còpasir, ha disposto la permanenza per dodici mesi nei rispettivi incarichi di Pansa al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e di Manenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ricordando che la proroga non pregiudica l’autonomia decisionale del futuro Presidente del Consiglio. Indignato Salvini della Lega che dice: è “Incredibile che dopo un voto che ha cambiato gli equilibri , ci sia un governo delegittimato che mette mano a rinnovi di incarichi importanti e non urgenti come quelli dei Servizi”.