Ponte sullo Stretto, salta il tetto da 240mila euro per i compensi ai manager. La Pd Schlein: “Indecente”
Alta tensione tra Governo e opposizioni per lo stop al tetto di 240mila euro per gli stipendi dei manager della società Stretto di Messina Spa, incaricata di portare avanti i lavori per il Ponte tra Sicilia e Calabria.
La segretaria del Pd Elly Schlein definisce tutto ciò “indecente”, soprattutto alla luce del braccio di ferro protratto dal governo Meloni sul salario minimo che per il Pd non deve scendere sotto i 9 euro. Le fa eco la parlamentare Daniela Ruffino, che collega il discorso al dibattito sul salario minimo: “la presidente Meloni si è imposta due mesi di riflessione per discutere la proposta di salario minimo a 9 euro, ma sono bastati pochi minuti e un emendamento della Lega per rompere il tetto dello stipendio dei manager pubblici, fissato a 240 mila euro, a favore dei manager e del CdA della società Ponte sullo Stretto”. “Il governo e Giorgia Meloni si devono vergognare” attacca anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde sottolineando che queste risorse verranno sottratte “al lo sviluppo del Sud a partire dal trasporto pubblico, dai depuratori, le scuole, la sanità e la messa in sicurezza del territorio”.
Domani dunque si ipotizza alta tensione al Consiglio dei ministri quando in aula arriverà il decreto ‘Asset e investimenti’. “L’articolo 1 – ‘Disposizioni urgenti per garantire l’operatività della società concessionaria di cui all’articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n.1158’ – prevede infatti che alla società, non siano applicate le disposizioni di alcuni commi del decreto legislativo del 2016, quello che prevede appunto il limite di 240 mila euro dei compensi massimi per amministratori, i titolari e componenti degli organi di controllo, i dirigenti e i dipendenti”.
Sugli scudi il M5S: “A Salvini interessano solo gli affari legati al ponte”. Agostino Santillo, vicecapogruppo pentastellato alla Camera e coordinatore del comitato Infrastrutture del MoVimento, definisce “scandalosa” la volontà “di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi” per i vertici della società. “Reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già”, scrive Santillo in una nota. Poi l’attacco diretto al ministro delle Infrastrutture dei Trasporti: “Questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo ‘l’affare ponte’, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”.
A replicare a Santillo ci pensa Anastasio Carrà. “Bonelli è ossessionato dal ministro Matteo Salvini. E’ assurdo come non perda occasione per attaccare chi ha sbloccato il Paese e interventi fondamentali per la sua crescita, a partire proprio dal Ponte sullo Stretto che, con buona pace dell’esponente di AVS, è fondamentale per Calabria e Sicilia”. Quindi il deputato siciliano rilancia: “Vuole davvero parlare di soldi? Ci parli di quelli pubblici, stanziati per l’accoglienza migranti, che si sarebbero trasformati in borsette di lusso in casa della famiglia del suo candidato Soumahoro. Strano che siano gli unici soldi pubblici di cui Bonelli non parli. Mai”.