Prezzo del gas, Calenda: “Sospendere la campagna elettorale”. Ma per Conte è colpa di Draghi
Adesso la campagna elettorale si gioca sul fronte degli aumenti del gas. È quanto venuto fuori dopo che il gas ha raggiunto il nuovo record sul prezzo: oltre 320 euro per megawattora alla Borsa di Amsterdam. Una cifra esorbitante che mette in guardia la politica. Secondo Carlo Calenda bisogna fermare tutto e concentrarsi su questo problema. È più o meno d’accordo il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, per il quale la strada da percorrere è quella di un intervento da approvare prima delle elezioni. “Serve subito un decreto legge per raddoppiare il credito d’imposta, intervenendo al contempo sui prezzi disaccoppiando i costi dell’energia fossile da quelli delle rinnovabili” ha detto.
Che la situazione fosse serie lo si era capito già da qualche giorno. Forse non tanto seria da sospendere la campagna elettorale, secondo alcuni partiti. Comunque c’è chi sostiene “l’alternativa” come il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che punta al via libera dall’Europa allo scostamento di bilancio. Agire in deficit era anche la proposta di Calenda, che ideando la sospensione della campagna elettorale aveva invitato i colleghi della politica a “sedersi intorno a un tavolo e supportare Mario Draghi per un piano assolutamente straordinario”. Altrimenti “chiunque governerà dopo il 25 avrà un Paese devastato”.
Su un’altra direzione va invece Giuseppe Conte che approfitta dell’emergenza per rimpallare il problema: “è colpa di Draghi”, ha detto, parlando di un’agenda piena di decisioni rinviate. E attacca Calenda: “Vedo che la campagna elettorale ti ha svegliato”. “Noi l’allarme per interventi massicci per famiglie e imprese, scostamento e tetto al prezzo del gas lo abbiamo lanciato 6 mesi fa portando proposte a Draghi. Le risposte non sono arrivate”. Nessuna unità, dunque, nemmeno adesso che l’emergenza è davvero preoccupante. E la campagna elettorale va avanti.