Reddito di cittadinanza, tra le proposte di modifica: card disattivata al secondo lavoro rifiutato
Quadro normativo pressoché invariato per il Reddito di Cittadinanza. Confermato anche il meccanismo del “decalage”, ovvero la riduzione progressiva dell’assegno (5 euro al mese) che, scatterà dopo la prima offerta di lavoro congruo rifiutata. Tuttavia l’assegno non potrà mai scendere sotto i 300 euro.
La stretta riguarda però anche il numero delle offerte di impiego che possono essere rifiutate senza rischiare sanzioni: dal prossimo anno, al secondo no, la card del reddito di cittadinanza verrà infatti disattivata.
La prima proposta dovrà riguardare un lavoro lontano non più di 80 Km dal luogo di residenza del percettore del reddito di cittadinanza, mentre la seconda potrà essere ovunque in Italia. Sì al part-time, ma l’orario non dovrà scendere sotto il 60% rispetto all’ultimo contratto (ad oggi la soglia è dell’80%).
Novità anche per i Puc, ovvero i progetti utili alla collettività. I sindaci infatti, possono impiegare a titolo gratuito i beneficiari del sussidio ritenuti occupabili in attività varie, per esempio legate alla cura del verde pubblico. Un’iniziativa che ha visto uno scarso impiego perché molti Comuni, faticano a mettere in atto un numero sufficiente di progetti utili alla collettività e così il governo, ha deciso di diminuire il numero delle persone da occupare tramite i Puc. I sindaci da ora in poi saranno tenuti a impiegare un terzo dei percettori residenti.
Inoltre la Did (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro) doveva essere firmata entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio. Dal 2022, invece, la dichiarazione dovrà essere firmata subito quando si presenta la domanda per il Reddito. In questo modo i centri per l’impiego avranno in anticipo una serie di informazioni. Poi con le modifiche introdotte se il titolare del Reddito di cittadinanza non si presenterà senza giustificazione al centro dell’impiego che lo ha convocato perderà immediatamente il beneficio.
Infine verranno inaspriti i controlli che non saranno effettuati dopo, ma alla fonte, cioè a prestazione ancora da erogare, per mettere un freno al fenomeno dei furbetti del reddito di cittadinanza. Una stretta resa possibile anche attraverso un miglior utilizzo delle banche dati disponibili, incrociando i dati sul reddito, sul possesso di auto, case e carichi pendenti. I Comuni dovranno invece effettuare controlli anagrafici tempestivi, in particolare sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso all’aiuto.
Si allarga poi l’elenco dei reati incompatibili con l’erogazione del Reddito di cittadinanza: tra le novità, la ricettazione e l’induzione alla prostituzione minorile.
Ora la palla passa al Parlamento. Il lavoro della commissione scientifica sul Reddito di Cittadinanza “è una base da cui il Parlamento può partire per eventuali integrazioni”, ha spiegato in conferenza stampa, il ministro del Lavoro Andrea Orlando . Il ministro ha poi ribadito che il reddito di cittadinanza “è uno strumento che ha luci e ombre e come tale va valutato”. Tutte le Regioni hanno presentato i piani di potenziamento dei Centri per l’impiego. il ministro Orlando ha però evidenziato che “la percentuale di spesa” dei Cpi “è ancora molto bassa” e ci sono forti gap regionali. ” Ci sono Regioni molto avanti e altre molto indietro”.