Salario minimo a 9 euro all’ora: opposizione presenta proposta di legge
Sul salario minimo è stata depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge unitaria dell’opposizione. Il testo è stato firmato dagli esponenti di M5s, SI, Azione, Pd, Europa verde e +Europa, secondo quanto fanno sapere fonti parlamentari. Negli ultimi giorni i leader dem Elly Schlein e quello pentastellato Giuseppe Conte avevano duramente contestato la politica del governo per le fasce più deboli della popolazione.
Tutta l’opposizione, tranne Italia Viva, ha chiesto nella proposta di legge presentata a Montecitorio che venga fissato per legge un minimo di 9 euro all’ora, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. Il testo prevede inoltre che la legge di bilancio per il 2024 definisca un beneficio temporaneo per accompagnare l’adeguamento al trattamento economico orario di 9 euro delle eventuali più basse retribuzioni previste da contratti collettivi di settori meno sviluppati da un punto di vista sociologico.
Sulla base di dati Inps i lavoratori che, a oggi, prendono meno di 9 euro lordi in Italia, se si conteggiano anche il Tfr e le 13esime, sono 2 milioni, quindi quasi un terzo dei lavoratori privati ha una paga più bassa della media prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro: 11,70 euro all’ora nel 2020. Una buona fetta di questi, guardando soltanto al lavoro regolare, è composta dai lavoratori domestici: 490mila tra colf, badanti e babysitter prendono meno di 9 euro all’ora, pur contando Tfr e 13esima.
Secondo il leader pentastellato Giuseppe Conte si tratta di una misura necessaria per il Paese, per dare respiro a oltre 4 milioni di lavoratori, in particolare giovani e donne. “È una giornata molto importante. Da anni il Movimento 5 Stelle si batte per il salario minimo legale da 9 euro l’ora e oggi abbiamo depositato una proposta condivisa da tutte le forze di opposizione, a eccezione di Italia Viva”. Poi riferendosi alla premier Meloni, Conte ha chiesto che smetta di dire no al salario minimo e non si dimentichi di coloro che svantaggiati lo sono davvero, di chi rimane indietro con buste paga da fame che non permettono neppure di soddisfare i bisogni più elementari”.