Salario minimo: nulla di fatto nell’incontro tra il Governo e le opposizioni
Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro a Palazzo Chigi tra il Governo e le opposizioni sul nodo del salario minimo, che era stato individuato in una paga non inferiore ai 9 euro all’ora e che era stato bocciato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Secondo la Premier “la sede più appropriata, nel rispetto della costituzione, sia il Cnel”, poi ha aggiunto che serviranno 60 giorni per il rinvio della discussione in Parlamento sottolineando che “si possono coinvolgere le parti sociali per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e governo per dare piena attuazione” all’articolo 36 della Costituzione” e aggiungendo: “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Reazioni opposte dalla controparte politica. Secondo la segretaria del Pd Elly Schlein “Il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. E’ rimasto sulle sue posizioni”, mentre per il leader di Azione Calenda “è stato un incontro interlocutorio ma il dato positivo è che nessuno ha sbattuto la porta. La proposta che ci ha fatto Meloni è di un dialogo su un intervento più ampio, dentro il quale non c’è un pregiudizio a discutere sulla proposta di salario minimo”.
Della stessa idea di Schlein anche Giuseppe Conte. Il leader del M5S dichiara: “Siamo venuti con spirito costruttivo, siamo riusciti a far convergere le opposizioni su una proposta unitaria. Meloni aveva chiesto il confronto, noi ci siamo, ma non c’è stata alcuna controproposta, il governo ha chiesto di coinvolgere il Cnel, a noi sembra una palla buttata in tribuna”. Secondo Fratoianni, leader di Si, “La novità non è arrivata, non c’è una proposta alternativa del governo e della maggioranza sul salario minimo”.
Secondo la Lega, invece, “Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione, che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare le troppe storture del sussidio”, e ribadisce la propria determinazione “ad aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei Sì rappresentata dai tanti cantieri sbloccati e dalle opere ambiziose come il Ponte sullo Stretto che garantirà almeno 100mila posti eppure non piace al centrosinistra”.