Santanchè in Senato: “Mai avuto avvisi di garanzia, in atto una campagna d’odio”
Il ministro del Turismo Daniela Santanchè dopo l’inchiesta di Report che ha coinvolto le sue aziende, apprende da comunicati stampa diffusi in data odierna che farebbero riferimento a informazioni ricevute da fonti interne dalla Procura della Repubblica di Milano, che risulterebbe iscritta nel registro degli indagati. Durante l’informativa nell’Aula del Senato, la ministra aveva sostenuto: “Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio”.
La maggioranza fa quadrato, mentre le opposizioni attaccano. Il M5s presenta una mozione di sfiducia. La segretaria del Pd Elly Schlein assicura che il suo partito la voterà: “Alla ministra Santanchè non resta che dimettersi”, dichiara in serata. Posizioni diverse per Italia Viva e Azione. Borghi di Iv non chiede le dimissioni di Santanché: “Valuti lei”. Calenda parla invece di “spiegazioni omissive” e chiede che la ministra valuti un passo indietro. “C’è una profonda differenza tra essere garantisti e sostenere che comportamenti gravemente inappropriati di un membro di governo debbano essere considerati irrilevanti fino a eventuale sentenza passata in giudicato”, dice il leader di Azione in una replica implicita a Matteo Renzi.
Santanchè chiamata a rispondere sulle vicende delle sue società Visibilia e Ki Group, ha spiegato: “Per 30 anni dal mio gruppo nessuno mi ha mai accusato di nulla. Oggi i miei collaboratori sapranno portare avanti la società, essendo io socia di minoranza. Non ho avuto mai favoritismi e mai li ho cercati”.
Ha precisato quindi che “nel 2010 il gruppo del settore biologico (di cui si parla) è stato preso non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame e comunque con il suo intervento i lavoratori hanno avuto 12 mesi di retribuzione”.
Sulle accuse dei maxi stipendi si è difesa così: “Dalla Ki Group ho ricevuto nel triennio 2019-2021 27mila euro lordi, una media di 9mila euro l’anno. Non si tratta di compensi stratosferici”. E, riguardo al Tfr ancora da corrispondere al personale di Ki Group, Santanché ha affermato che “era da corrispondere nel 2023. Ho chiesto informazione e posso dire che tutti verranno soddisfatti nei loro diritti di credito”.
La ministra ha spiegato poi la vicenda del risanamento delle 4 società Visibilia e dice che “per questa complessa operazione ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende”.
E ancora: “Il mio accusatore non è un piccolo risparmiatore, ma un finanziere, che ha tentato di costringermi ad accordi per me inaccettabili. Questo tema sarà oggetto di apposita inchiesta giudiziaria che chiarirà anche con registrazioni audio” l’accaduto.
Daniela Santanché ha voluto concludere così il suo intervento in Aula: “Cosa resta alla fine: note di colore sul mio abbigliamento, per le case, per le mie amicizie, per i nomignoli che mi sono stati dati. Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata quando le multe erano dell’arma dei carabinieri a cui avevo dato in comodato una mia auto per rinunciare a una scorta. Io non ho nessuna multa da pagare”.