Santanchè, respinta in Senato la mozione di sfiducia con 111 no
L’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale per le dimissioni della ministra del Turismo Daniela Santanchè, presentata dal Movimento 5 stelle dopo l’inchiesta della procura di Milano nei confronti di una società della senatrice. I voti favorevoli sono stati 67, contrari 111 e nessun astenuto. Hanno votato a favore Pentastellati, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, mentre Az-Iv non hanno partecipato al voto. “E’ una bellissima giornata”, ha dichiarato la ministra uscendo dall’Aula del Senato dopo la votazione.
Quasi metà governo era presente al Senato per la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Dieci i ministri in Aula (sul totale di 25), tra cui il vicepremier Matteo Salvini, seduto accanto a lei. Per FdI, stesso partito della ministra, c’erano Raffaele Fitto, Nello Musumeci, Eugenia Roccella, Luca Ciriani. Presenti anche Giancarlo Giorgetti, Elvira Calderone, Andrea Abodi. Rimproveri dall’opposizione per la presenza di Musumeci, ministro della protezione civile “inchiodato” ad ascoltare questo dibattito mentre la Sicilia brucia.
La Santanchè è al centro delle polemiche dopo l’inchiesta di Report sulle sue società. In un’informativa al Senato si è difesa dichiarando: “Ribadisco che il 5 luglio non ero stata raggiunta da informazione o avviso di garanzia da parte della procura di Milano. Anche i giornali hanno scritto che nella mia residenza è arrivata il 17 luglio l’informazione di garanzia. Quindi in Aula ho detto la verità”.
“Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di ministro”, ha sottolineato la ministra. “Ci possono essere diversità di opinioni, diversità che io rispetto. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica, ma che ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, antecedenti al mio giuramento da ministro. Concludo confermando quello che sento per questa Assemblea e che nelle funzioni che esercito ho sempre inteso e intendo conformarmi ai principi di legalità, disciplina e onore che la Costituzione indica come principi a cui tutti quelli che sono chiamati a svolgere funzioni pubbliche devono attenersi.
Intanto però non è più secretata la sua iscrizione nel registro degli indagati alla Procura a Milano. Ed è emerso che è aperta un’indagine per bancarotta e falso in bilancio. Le indagini sulla condotta finanziaria della Santanchè continuano a turbare dunque l’esecutivo, ma Licia Ronzulli, capogruppo in Senato di Forza Italia, descrive una maggioranza assolutamente serena.