Satnam Singh, Calderone: “Dichiariamo guerra al caporalato”. Alla vedova del bracciante un permesso di soggiorno speciale
“Lo scopo è dichiarare guerra al caporalato”. Parola della ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone che oggi ha incontrato i rappresentanti datoriali e sindacali, convocati dopo il gravissimo incidente costato la vita a Satnam Singh, il bracciante indiano morto in un incidente sul lavoro e abbandonato, mutilato, davanti a casa dal proprietario dell’azienda in provincia di Latina. “Intensificheremo i controlli, aumenteremo il numero delle assunzioni degli ispettori per il 2024 e potenzieremo la rete agricola di qualità” ha specificato Calderone. Con lei anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha dichiarato: “Il decesso di un operaio per colpa di un criminale non deve portare a criminalizzare tutte le imprese agricole”.
E mentre il ministero dell’Interno è a lavoro per rilasciare il permesso di soggiorno per motivi di giustizia, dopo il nulla osta dell’autorità giudiziaria, alla moglie di Satman Singh, la Cigil di Roma e Lazio, insieme alla Flai Cgil di Roma e Lazio, la Camera del Lavoro di Frosinone e Latina e la Flai Cgil di Frosinone e Latina, ha lanciato una raccolta fondi per supportare la famiglia del bracciante.
Ieri pomeriggio all’ospedale San Camillo di Roma è stata effettuata l’autopsia sul corpo del 31enne indiano spirato in ospedale. L’esito dell’esame sarà utile a stabilire se, nel caso in cui i soccorsi fossero stati chiamati subito, invece di lasciarlo davanti la sua abitazione con il braccio destro amputato poggiato dentro una cassetta per gli ortaggi vicino alla spazzatura, l’uomo si sarebbe potuto salvare. Satnam, per il ritardo nella chiamata dei soccorsi, è rimasto a lungo con il braccio amputato e ha perso molto sangue.
Nel frattempo, è stato disposto il sequestro del macchinario e dell’area all’interno dell’azienda dove si è verificato l’incidente, mentre i carabinieri del comando provinciale di Latina stanno ascoltando in queste ore gli altri braccianti per ricostruire con esattezza i fatti. L’inchiesta punta a chiarire alcuni punti ancora oscuri. L’unico indagato risulta Antonello Lovato, 37 anni, titolare insieme al padre dell’azienda agricola di famiglia.