Scontro nella maggioranza per le autonomie regionali, tavolo sospeso a Palazzo Chigi
Scontro acceso nella maggioranza di Governo durante il tavolo a Palazzo Chigi per le Autonomie Regionali. Tavolo sospeso nella mattinata per la diversità di vedute, ma la Lega ed il Movimento 5 stelle hanno dato vita ad un reciproco scambio di accuse, a cui nel pomeriggio ha provato a mediare il premier Giuseppe Conte.
I primi ad affondare il colpo sono stati i deputati del Carroccio: “Inutile sedersi a un tavolo che non funziona, con persone che il giorno prima chiudono accordi e poi cambiano idea e fanno l’opposto. Invece di andare avanti, si torna indietro”. Questa l’idea leghista, secondo cui il Movimento condannerebbe il Sud all’arretratezza.
Di tutt’altro avviso invece i pentastellati, che ribaltano l’accusa leghista: “La Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al centro-Sud. Per noi è totalmente inaccettabile, visto che”, dicono dallo schieramento, “una simile proposta spaccherebbe il Paese. Impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alla famiglie di mandare i figli a studiare in altre università. Diventerebbe difficile e costoso anche prendere un treno da Roma e Milano”. Ed il tema istruzione è stata la miccia che ha fatto saltare le “trattive”. Nella ricostruzione del vertice di Palazzo Chigi fatta da Luigi Di Maio, il tavolo sull’autonomia si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola. “Un bambino” ha scritto il ministro del lavoro su Facebook “non sceglie in quale regione nascere: noi dobbiamo garantire l’unità della scuola così come l’unita nazionale”.
Cerca di fare da paciere il premier Conte, ma in realtà dà un indirizzo alla discussione e un diktat per la soluzione finale: “Si va avanti sull’autonomia, ma stando attenti a salvaguardare a salvaguardare l’unità del Paese e la Costituzione” ha detto il Presidente del Consiglio, per evitare che il Paese, in questo momento, si ‘slabbri’.