Stop al Reddito di cittadinanza, si temono disordini in Campania
Si temono nuove proteste in strada dopo gli sms arrivati a 169mila famiglie italiane, informandole che da agosto non riceveranno più il Reddito di cittadinanza. A Napoli, dove i potenziali orfani del sostegno sono 21.500, e in tutta la Campania, dove il numero totale sale a circa 37mila, ci si prepara a giorni di fuoco. I centri Inps della Regione oggi saranno monitorati dalle forze dell’ordine, nel tentativo di bloccare sul nascere le possibili proteste e di tutelare gli operatori che temono di diventare la valvola di sfogo dei cittadini.
Così, il Comune del capoluogo campano ha predisposto un piano di intensificazione dei controlli all’esterno delle 22 sedi degli uffici dei servizi sociali. E non sembrano aver calmato le rassicurazioni del direttore dell’ufficio Inps di Napoli, per utenza il secondo d’Italia, Roberto Bafundi. “Nessuno sarà lasciato solo”, ha detto indicando il percorso da seguire a chi non riceverà più il Reddito: far riferimento ai servizi sociali in caso di disagio o rivolgersi ai centri per l’impiego in caso di abilità al lavoro, per essere avviati a un corso di formazione. Intanto, Palazzo Chigi cerca di spegnere il dibattito. Le polemiche dell’opposizione – è la linea del sottosegretario Fazzolari – sono pretestuose: era noto da tempo che il Reddito fosse un sussidio a termine. Anzi, ha aggiunto Fazzolari, “le persone che perderanno ora il reddito di cittadinanza lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini”. Salvini: “Chi non può lavorare continuerà a essere aiutato ma chi può lavorare e non vuole andare a lavorare è giusto che non sia più mantenuto”.
Guardando alla Campania, come ha evidenziato la presidente degli assistenti sociali della Regione Gilda Panico, il problema è che “non sono state individuate delle adeguate linee guida” per comunicare ai cittadini cosa fare dopo lo stop al Reddito. La posizione è la stessa dei sindaci, a partire da quello di Napoli. “Ci vorrebbe una comunicazione più chiara e trasparente. Se noi amministratori non abbiamo capito come gestire l’uscita dal reddito di cittadinanza, figuriamoci i cittadini. Dentro questa grande confusione si potrebbero inserire disordini sociali”, ha detto Gaetano Manfredi.
Dalla Cgil continuano intanto critiche all’esecutivo. “Il governo – ha detto il segretario Maurizio Landini – taglia il reddito a 169mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese”. Si tratta anche di un problema di tempistiche, secondo Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali Cgil, perché ad agosto sarà difficile che chi si ritroverà senza Reddito riesca a iscriversi alla prevista piattaforma per trovare lavoro.
Anche le opposizioni restano sulle barricate.
E ad avvelenare il clima tra maggioranza e opposizione resta anche la questione delle commissioni d’inchiesta, in particolare quella proposta da Fratelli d’Italia sull’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico. E proprio Tridico sul tema ha detto: “Sul reddito di cittadinanza abbiamo fermato 3 milioni di domande che non sono state pagate per circa 11 miliardi di euro, grazie a controlli preventivi e successivi con la Guardia di Finanza e i Carabinieri”.