Tav della discordia: per Conte la risposta è nell’analisi costi-benefici
“Nessuno stop” sulla Tav anzi, “un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche“. Il vicepremier Matteo Salvini rilancia, sul Mattino e sul Messaggero, il progetto Torino-Lione e assicura che il braccio di ferro con il M5S si risolverà.
“L’intesa si trova sempre” e come “è stato in questi otto mesi sarà anche stavolta”. “In un momento di rallentamento generale dell’economia, dalla Cina alla Germania”, si deve “rilanciare su tutto con un grande piano su opere pubbliche,manutenzione di ospedali e scuole,liberazione dai vincoli burocratici”.
“Fin qui abbiamo mostrato tutti di agire con concretezza. E in assoluta sintonia sulle scelte. Abbiamo un Contratto di governo e andiamo avanti con quello” ha aggiunto ancora Salvini.
Più duro il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Per il Nord il no è alla Tav è inaccettabile”. Poi in merito alle dichiarazioni molto dure, rilasciate da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, contro la Torino-Lione, l’esponente della Lega replica: “Se è una scelta politica lo si dica ad alta voce, senza perdere altro tempo. Noi siamo disponibili a ragionare sul come farla, ma che si debba realizzare non si discute”.
E sulla possibilità che lo scontro interno alla maggioranza possa portare a una rottura nel governo, Zaia risponde: “Noi ci affidiamo in toto a Matteo Salvini che in questi primi 8 mesi di governo ha dimostrato di saper decidere nell’interesse dei cittadini”.
Tuttavia l’opera resta contestatissima e rischia di fratturare la coalizione giallo-verde. “Sulla Tav – recita infatti una nota del premier Conte – ho preso un impegno a nome del governo: di procedere alla decisione finale non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica.
Il contratto di governo prevede una ‘revisione’ del progetto. Abbiamo interpretato questa clausola quale necessità di procedere all’analisi costi-benefici”.
L’analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione dice che l’opera “non conviene farla”. E’ questo il punto cardine del No dell’M5s all’infrastruttura, che rischia di minare la solidità del governo .
Dopo che Di Maio e soprattutto Di Battista hanno chiaramente detto all’altro vicepremier Salvini che non ci sono margini di trattativa, toccherà dunque al premier Giuseppe Conte mediare.