Taxi, alta tensione a Roma per lo sciopero. Palazzo Chigi è blindato
Cori, striscioni, fumogeni e anche qualche bomba carta. La protesta dei tassisti a Roma è diventata ad altissima tensione, con l’obiettivo che resta sempre lo stesso: lo stralcio dell’articolo 10 del ddl Concorrenza. È la richiesta che le organizzazioni sindacali avanzano in una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile. Il documento sottolinea “come alla luce di quanto già accaduto e in funzione di ciò che ulteriormente emerge dall’inchiesta Uber Files, gli operatori del comparto taxi non sono assolutamente disposti ad accettare che le regole del loro lavoro vengano riscritte attraverso una delega che non comporta un loro coinvolgimento diretto e dell’intero Parlamento”.
Per ora però si pensa a contenere l’ira dei lavoratori, con le forze dell’ordine che hanno blindato le vie adiacenti Palazzo Chigi monitorando la situazione. Intanto prosegue l’esame in commissione Attività produttive della Camera del ddl concorrenza, ma il nodo della liberalizzazione del settore taxi non sarebbe ancora stato affrontato. “La nostra posizione va sia dalla possibilità di stralciare l’articolo 10 del disegno di legge concorrenza per trovare una soluzione dei problemi, sia verso la possibilità di dover fare i conti con “tutta l’evoluzione che nel settore c’è, sul terreno dell’innovazione digitale” ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini. Per il segretario della Uil Pier Paolo Bombardieri bisogna invece “definire con più esattezza ruoli e funzioni”.
Le proteste comunque vanno avanti, non solo a Roma ma anche a Torino, con oltre duecento tassisti che occupano con le loro auto l’intera piazza Vittorio Veneto. A Milano invece i lavoratori sono in assemblea. E mentre si cerca di trovare una soluzione che accontenti tutti, i taxi risultano introvabili praticamente in tutte le città, comprese le stazioni ferroviarie. È probabile che si prosegua così almeno per un po’. Con proteste e scioperi programmati anche nei prossimi giorni.