Una settimana al voto, lo scontro si infiamma sul reddito di cittadinanza
Lo scontro politico si infiamma in vista delle elezioni di domenica prossima, e l’ultimo round è stato caratterizzato dalla discussione sul reddito di cittadinanza. Protagonisti Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Giuseppe Conte.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia “Il reddito di cittadinanza è sbagliato perché mette sullo stesso piano di assistenzialismo, chi può lavorare e chi no. La soluzione qual è? Il mio modello è che per chi non è in condizione di lavorare certo che ci vuole uno strumento di assistenza, ma lo stesso strumento non si può usare per chi può lavorare. Oggi hai i centri per l’impiego che non funzionano, perciò se sei disoccupato vai al centro per l’impiego che ti deve dire: questi sono i settori nei quali trovi lavoro, ecco chi ti forma, durante la formazione ti diamo un rimborso spese, ti fai formare e trovi un lavoro. Perché io credo nella dignità del lavoro”.
Lo scontro più duro tra il capo del M5S e quello di Italia Viva, colpevole di aver raccolto firme per abolire il provvedimento introdotto dal governo Conte: “Renzi parla di vergogna. Ma se non si vergogna lui, senatore della Repubblica, che si è fatto pagare dagli arabi e ha fatto una marchetta sul Rinascimento Saudita, possono vergognarsi le persone che prendono il reddito di cittadinanza? Renzi deve fare una cosa, venga, finalmente senza scorta, in mezzo alla gente a parlare, a esporre le sue idee. Venga a dire che in Italia non occorre un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo e non si nasconda”. Così Conte da Agrigento.
Provocazione e risposta. Renzi attacca da Genova: “Ti devi vergognare Giuseppe Conte pensando che qualcuno possa picchiarmi. E’ incredibile questo modo di fare che inneggia alla violenza, Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile sui temi, questo è un linguaggio da mafioso della politica. Stai minacciando la violenza fisica. Quando uno dice andiamo a fare la campagna elettorale e portiamo tutti quelli con il reddito di cittadinanza usa un linguaggio clientelare, è voto di scambio”.
L’attenzione si è spostata sull’ordine pubblico, e sulla telefonata di Renzi al ministro Lamorgese. Fa sapere il Viminale: “Il senatore Matteo Renzi ha telefonato alla ministra degli interni Luciana Lamorgese per esprimerle il vivo disappunto per le dichiarazioni minatorie rilasciate oggi da Conte ad Agrigento in vista della visita a Palermo di domani. Da qualche ora i social di Renzi sono letteralmente subissati di minacce di morte e violenza fisica. Renzi ha dunque chiesto particolare attenzione all’ordine pubblico per l’evento pubblico di Palermo”.