Vertice Ue in Slovenia, Draghi sulla riforma del catasto: “non è una patrimoniale”
Il premier Mario Draghi al termine del vertice Ue in Slovenia ha toccato vari temi, dal ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan a come i Paesi Ue possono agire all’interno della Nato. Quello più caldo resta però una possibile crisi di governo paventata dalla lega che si oppone alla riforma del catasto, ma Draghi su questo punto ha sottolineato: “La riforma del catasto non è una patrimoniale. E’ una operazione di trasparenza”. “Questo governo – ha aggiunto Draghi – non tocca le case degli italiani. Di eventuali decisioni se ne parlerà nel 2026”, ha sottolineato il premier in riferimento ai malumori della Lega. Su una eventuale crisi dell’esecutivo, Draghi ha poi rassicurato: “Salvini ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione. Ci vedremo nei prossimi giorni”.
E dopo le parole di Draghi, è arrivata a stretto giro, la presa di posizione delle Lega. “Bene Draghi contro patrimoniale e nuove tasse sulla casa, adesso il Parlamento in Aula tolga ogni accenno alla forma del Catasto che preluda a nuove tasse sulla casa”.
Il premier ha anche illustrato la situazione geopolitica e di come gli Stati europei dovrebbero unirsi per raggiungere obiettivi comuni: “Se l’Europa non ha una politica estera comune è molto difficile che possa avere una difesa comune”. “Dal punto di vista geopolitico la Nato sembra meno interessata all’Europa e ha spostato le aree di interesse ad altre parti del mondo”, ha detto Draghi portando come esempio due episodi, a suo parere significativi, come il ritiro “dall’Afghanistan per il modo in cui è stato deciso, comunicato ed eseguito” e i sottomarini nucleari francesi scartati dall’Australia per quelli “di produzione americana”.
Il presidente del Consiglio auspica una linea di difesa comune, ma per farlo serva una politica estera europea che guardi nella stessa direzione. “La cosa immediata che dobbiamo fare è iniziare un processo in cui decidiamo se siamo pronti e desiderosi di arrivare, all’interno dell’Ue, a una politica estera comune”. Altrimenti l’altro scenario possibile sono “le alleanze tra Paesi che si riaffermeranno come motore di politica estera e difesa comune”. Per il presidente del Consiglio, la prima opzione “è di gran lunga preferibile, perché manterremmo uno schema sovranazionale invece di uno schema di alleanze intergovernative. Ho chiesto alla commissione di preparare un’analisi su questo”.
Del capitolo energia “si è parlato molto rapidamente”, ha detto Draghi. Ad Atene è stata ventilata la possibilità che la Commissione assuma un ruolo di acquirente comune come successo per i vaccini. Nelle prossime settimane “la Commissione presenterà una proposta che poi dovrà essere discussa al consiglio Ue”. “L’aumento dei prezzi dell’energia che stiamo sperimentando in Italia – ha aggiunto Draghi – è un problema di tutti e anche tra i Paesi balcanici c’è grande preoccupazione”.
In merito al caro-bollette Draghi ha confermato “la determinazione a proseguire la strategia di mitigare i costi sociali di questi aumenti dei prezzi tenendo in mente la sostenibilità del processo” e ha evidenziato che “bisogna pensare a misure di tipo strutturale. Rifletteremo su questo, all’interno della legge di bilancio”.