75° anniversario dell’Eccidio: Schio blindata, schiacciata fra ricordo e strumentalizzazioni
Pomeriggio “caldo” e non per motivi climatici quello di oggi a Schio. Nel giorno del 75esimo anniversario dell’Eccidio del 6/7 luglio del 1945 – nel quale 54 persone detenute nelle carceri furono uccise dagli ex partigiani, a guerra finita ma con ancora molti conti in sospeso – la città si blinda a diventa sede per manifestazioni di opposte fazioni politiche.
L’iniziativa “Schio è antifascista” è prevista per le ore 18 in piazza IV Novembre, mentre la messa per le vittime – aperta a tutti nel rispetto delle norme di sicurezza dovute all’emergenza sanitaria – si terrà alle 19 nel parco di palazzo Boschetti ed è come ogni anno voluta dal Comitato familiari delle vittime, da tutta l’amministrazione comunale e anche dalle associazioni partigiane, proprio al fine di rinnovare i valori della solidarietà e della pace, messi per iscritto anche nella “Dichiarazione sui valori della concordia civica”. La celebrazione sarà officiata da don Flavio Lista.
I familiari delle vittime
La manifestazione organizzata dalla rete Schio Antifascista doveva, nelle intenzioni degli organizzatori, tenersi in piazza Duomo, ma per evitare contatti con gli esponenti di estrema destra che come ogni anno saranno a Schio per l’occasione, la Questura l’ha spostata a qualche centinaia di metri dal Duomo. Il centro resterà chiuso parzialmente dalle 16.30 alle 21: previste aree di rimozione forzata e un grande dispiegamento di forze di polizia. Il Comitato dei familiari delle vittime ha invitato “chi entrerà in chiesa ad attenersi allo spirito religioso della cerimonia, evitando di strumentalizzarla ai fini di visibilità politica”.
Il Comitato 7 luglio
Finita la funzione religiosa, il comitato di estrema destra “7 luglio”, come ogni anno prevede la deposizione di un mazzo di fiori davanti alle ex carceri di via Baratto: saranno presenti l’assessore regionale Elena Donazzan e il consigliere comunale Alex Cioni. “Non ci sarà alcuna contrapposizione ideologica tra opposte fazioni – commenta Cioni – perché ci saranno delle persone che parteciperanno alla messa raccogliendo l’invito dei famigliari alla riconciliazione, spogliandosi della propria casacca politica, mentre altre saranno in piazza ancora una volta per riportare indietro le lancette del tempo».
La rete Schio antifascista
Di opposto parere la rete antifascista, che sostiene che “a strumentalizzare la commemorazione dell’Eccidio non sono di sicuro gli antifascisti” e invita i familiari delle vittime a “prendere le distanze da chi veramente strumentalizza le celebrazioni del 7 luglio,
ossia i vari fascisti che vengono a Schio chiamati dal consigliere Alex Cioni per sfilare nelle vie della città. Se non saranno fermate queste vergognose parate neo-fasciste sarà compito delle antifasciste e degli antifascisti in piazza il 7 Luglio fermare questo ennesimo sfregio”. La rete – capeggiata dai giovani del Centro sociale Arcadia – ricorda anche il punto 3 del “Patto della concordia civica”: “Vogliamo fin d’ora che non vi sia – né in luglio, né mai – alcuna manifestazione di stampo nazi-fascista, e non riconosciamo a nessuno che pratichi ancora quella ideologia la legittimità di parlare in nostro nome e di coloro che furono colpiti nelle carceri di Schio il 7 luglio del 1945“. “Chi vorrebbe vedere cancellata la parola Resistenza non deve avere spazio nei nostri territori. Ogni anno il 7 luglio dobbiamo assistere alla presenza dei neofascisti nella nostra città, ogni anno siamo costretti a vedere saluti romani che, protetti e accompagnati da note figure della politica locale, approfittano della commemorazione religiosa dei parenti dell’eccidio per sfilare nelle nostre strade e prendersi spazio pubblico. Non possiamo permetterlo!” affermano gli antifascisti nel loro comunicato.
Dal canto suo, l’amministrazione comunale parla attraverso una nota del portavoce del sindaco Orsi, Marco Gianesini. Il portavoce ricordato che l’unica cosa importante dovrebbe essere la funzione religiosa in ricordo di “coloro che vennero uccisi nell’Eccidio ed il dolore dei loro familiari”, secondo quanto prevede appunto il patto di Concordia Civica sottoscritto nel 2005.
“Altri, estranei alle vicende cittadine, traggono spunto dalla annuale ricorrenza del 7 luglio – sottolinea Gianesini – per adunate, sicuramente lecite dal punto di vista del diritto a manifestare, ma molto meno legittime dal punto di vista storico e politico. Proprio la loro estraneità consente a tali facinorosi di appropriarsi per qualche ora della città, ma non certo degli animi degli scledensi. Purtroppo l’assenza, pur legittima, di taluni politici che, per discutibili motivi, ritengono di non dover partecipare alla citata funzione religiosa, rende ancora più evidente la, altrettanto legittima, presenza di taluni altri politici. Ciò rende un pessimo servizio, ci si augura non voluto, alla città contribuendo a compromettere lo spirito di quel Patto”.
“Schio, che ha già dato il proprio contributo di sangue sull’altare della libertà – conclude Gianesini – non tollera invasioni strumentali, e l’amministrazione comunale, nel ribadire piena condivisione e sostegno ai valori del Patto di Concordia Civica porrà sempre in essere ogni possibile iniziativa politica e culturale per ribadire la propria tradizione democratica”.