Al Duomo di Schio l’addio a Matteo Stella, trovato in casa senza vita a S. Valentino
E’ con lo sfondo di una foto in un momento spensierato di vita, con montagne alle spalle e l’amato cane di casa ritratto insieme a Matteo Stella, che la famiglia del 30enne mancato la scorsa settimana ha inteso annunciare ai concittadini data e modalità del momento del pubblico commiato. Il funerale si terrà infatti domani alle 15, nel cuore di Schio, ospitato nel Duomo cittadino dedicato a San Pietro Apostolo.
Il ritrovamento del corpo senza vita di Matteo risale al primo mattino del 14 febbraio, quando la madre alle 8 era andata a sincerarsi delle sue condizioni dopo averlo sentito il giorno precedente. Poi non aveva più risposto a messaggi e chiamate, cosa insolita per lui. L’appello ai soccorsi, purtroppo, non ha potuto evitare l’inevitabile sorte toccata al 30enne.
La morte del giovane scledense risalirebbe alla notte tra lunedì e martedì, in un alloggio di via Fratelli Pasini, nel centro cittadino. Va qui ricordata la scelta del riserbo assoluto su cause e circostanze della morte, deciso di concerto dai familiari e dalle forze dell’ordine intervenute per i rilievi nell’appartamento del centro città, i Carabinieri della compagnia di Schio nel caso specifico, in attesa degli esiti futuri dell’autopsia deliberata dalla Procura di Vicenza per far luce sul tragico evento.
La liturgia sarà celebrata domani all’arrivo del feretro e del corteo, dopo che la salma del giovane in questi giorni successivi alla morte improvvisa è stata custodita all’ospedale di Santorso, meta di amici e partenti sofferenti che hanno visitato Matteo per un ultimo intimo saluto quando è stato possibile. Tante le dimostrazioni di affetto e di condivisione del lutto che da martedì scorso sono giunti al padre Moreno e alla madre Luciana Carpi, lei consigliere comunale a Schio, e alla sorella di Matteo, Barbara, madre di tre figlie che sono state le adorate “nipotine” di uno zio adorabile, purtroppo mancato in età prematura.
Una significativa frase di Sant’Agostino accompagna l’immagine e le indicazioni contenute nell’epigrafe: “Quelli che amiamo, ma che abbiamo perduto, non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo“.