Ava, la posizione di Legambiente: “Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”
Sull’approvazione da parte dei sindaci soci di Ava del piano di massima per il futuro della società, che prevede un potenziamento del termovalorizzatore di Ca’ Capretta a Schio, riceviamo e pubblichiamo una nota di Paolo Bevilacqua per conto del circolo Valleogra di Legambiente.
“Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”. Partendo da questo presupposto, come circolo di Legambiente Schio Valleogra pensiamo che la recente approvazione delle linee di indirizzo per il nuovo piano industriale di Ava sollevi più di qualche problematica di politica ambientale ed industriale.
Necessarie alcune premesse:
- Già nel 1991 la futura Unione Europea raccomandava la riduzione della produzione dei rifiuti e il loro reimpiego e riciclo venivano anteposti all’ uso come fonte di energia.
- Nel 1997 l’Italia si poneva come capofila in quest’ambito, grazie al decreto Ronchi, progressivamente depotenziato dai successivi governi.
- Negli anni successivi però le direttive europee divennero sempre più stringenti fino ad introdurre il concetto di economia circolare, basata sul riuso e riciclo delle materie da contrapporre all’incenerimento e allo smaltimento in discarica.
- Di più: la Ue raccomanda agli Stati membri di non “esagerare” con la termovalorizzazione onde evitare che essa sia di ostacolo ad “obiettivi di riciclaggio più ambiziosi”, anche a costo di “introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti” (Il ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare, Bruxelles 2017)
Da quanto sopra poniamo alcune questioni:
- È stato fatto un accurato controllo sul territorio interessato circa la produzione e gestione dei rifiuti prodotti, ora e in proiezione futura? Indagine necessaria per la corretta applicazione della gerarchia comunitaria dei rifiuti.
- Se sì (come pensiamo), a tale piano industriale, che affronta le problematiche dell’incenerimento, è stato affiancato un analogo piano riguardante lo sviluppo prioritario delle pratiche di riduzione alla fonte dei rifiuti (EoW), riparazione e riuso degli oggetti, riciclo delle materie prime, coinvolgendo le varie attività produttive e commerciali della zona, oltre ai cittadini e alle Associazioni che li rappresentano?
- Con una certa preoccupazione stiamo vedendo nei vari comuni gestiti da Ava un rallentamento sulla raccolta porta a porta (a tutt’oggi il metodo che più garantisce una differenziazione di qualità), con investimenti notevoli su nuovi cassonetti stradali e non si parla di omogenizzazione dei sistemi di raccolta nei vari territori. È questo un segnale della “preferenza strategica” verso il modello della termovalorizzazione, visto che Ava, possiede il termovalorizzatore e allo stesso tempo gestisce anche la raccolta dei rifiuti?
Ultima questione, ma forse la più importante per contrastare la progressiva frattura fra Amministratori eletti e cittadini, è la mancanza del coinvolgimento delle comunità locali, che vengono a conoscere solo all’ultimo le decisioni che possono impattare pesantemente sul loro benessere, in barba a quanto stabilisce la dichiarazione Onu del 1992 Rio: ”il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi livelli” e in spregio alla convenzione di Aarhus del 2001che attribuisce, al pubblico (individui e associazioni che li rappresentano) il diritto di accedere alle informazioni e di partecipare nelle decisioni in materia ambientale, nonché il diritto di ricorso se questi impegni non vengono rispettati.
Proprio da quanto sopra è gradevole l’uso dispregiativo del termine “community” da parte di un sindaco e riportato dalla stampa: se un amministratore tenta di ridicolizzare le prese di posizione contrarie alle sue sminuendo i cittadini che le esprimono, questo è un amministratore che non fa bene il suo lavoro e non ha rispetto per i suoi elettori, e soprattutto non conosce la le dichiarazioni d cui sopra.
Ci aspettiamo invece, coerentemente con i principi sopra esposti, che da subito inizi un percorso realmente condiviso, magari riattivando anche un organo di partecipazione come l’Osservatorio sui rifiuti (non più attivo da qualche anno).
Su tutto questo ci attiveremo nel nostro territorio e nella nostra regione come associazione, portando le nostre proposte e rivendicando i nostri diritti come cittadini, sempre nello spirito di collaborazione con le amministrazioni e le altre associazioni e movimenti, agendo seguendo i principi dell’ambientalismo scientifico.
per il circolo Legambiente Schio Valleogra
Paolo Bevilacqua