Bande giovanili, Cunegato: “Uno sbaglio uscire dalla rete delle politiche giovanili”
Approdano questa sera in consiglio comunale a Schio i ripetuti episodi di teppismo e delinquenza giovanile avvenuti nelle ultime settimane in città. A sollevare la questione, con una domanda di attualità, il consigliere di minoranza di TessiAmo Schio, Carlo Cunegato.
Dopo aver ricordato che, secondo notizie di stampa, sarebbero tre le “bande” di giovani – minorenni e maggiorenni – che commettono reati, Cunegato si sofferma sul fenomeno e sulle azioni messe in atto dal Comune per contrastare la devianza giovanile. “Giusto prevedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine – sottolinea il consigliere di Tessiamo – che garantisca la sicurezza dei nostri concittadini. Giusto anche criticare le nostre leggi quando non viene garantita la certezza della pena. E sicuramente non è accettabile che i nostri concittadini abbiano paura di uscire, di attraversare una piazza, che non si riesca a vivere serenamente la propria città, ostaggio di qualche gruppo di ragazzini. La repressione ci vuole, ma da sola non basta. E’ evidente che nel nostro territorio esiste un problema che non possiamo nascondere: un gruppo consistente di ragazzi che proviene da una condizione di deprivazione economica e culturale che va affiancato e aiutato. C’è un disagio giovanile che, se non viene capito e affrontato, porta ai drammi che stiamo vedendo”.
Cunegato ricorda che, nonostante un paio dei protagonisti dei recenti fatti di cronaca siano residenti in altri Comuni, “molti dei giovani e giovanissimi, stranieri ma anche italiani, che frequentano questi gruppi sono residenti a Schio. Tra l’altro tra i nostri piccoli paesi non esistono steccati o confini”. E qui la bordata: “Continuiamo a rammaricarci e a pensare che la prima scelta di questa amministrazione, ovvero uscire dalla Rete delle politiche giovanili, sia stato un grande sbaglio“.
Il consigliere di minoranza esprime apprezzamento per il progetto Pianeta Adolescenti, che ha costruito momenti di formazione per i genitori e inviato degli educatori in città. “Probabilmente, però – sottolinea – questo non è bastato. Quello che stiamo vivendo oggi è la punta dell’iceberg di un disagio giovanile che evidentemente cova da tempo”.
Cunegato sottolinea in particolare il calo nei progetti che animavano la skatepark di via 29 aprile. “Questi erano spesso il frutto del protagonismo dei ragazzi. Se sono i ragazzi ad organizzare le gare e i concerti forse è più facile essere attrattivi e poi agganciare i giovani in difficoltà. La strada per affrontare il problema alla radice non può che essere quella di investire maggiori risorse e energie per avvicinare questi ragazzi, ascoltarli e mettere in campo dei progetti di inclusione. E’ un percorso lungo e faticoso, ma non ci sono alternative o scorciatoie”.
La domanda di attualità si conclude chiedendo agli assessori al sociale (Cristina Marigo) e politiche giovanili (Barbara Corzato) le loro valutazioni su questi episodi di devianza, quanto spende l’amministrazione per la prevenzione del disagio giovanile e quali sono i progetti messi in campo finora. Cunegato vuol sapere anche cosa si pensa di fare dopo gli ultimi fatti di cronaca.
Stasera in consiglio, la risposta.