Capriolo investito. Curato e liberato dai cacciatori
Femmina di capriolo investita da un’automobile (scappata senza fermarsi, manco a dirlo, visto che gli animali non meritano soccorso), e data per spacciata da tutti. Da tutti fuorchè dai cacciatori del Gruppo Ungulati Val Leogra, che contro tutti i pareri degli addetti ai lavori ha curato per giorni la femmina investita, rimettendola in libertà domenica mattina.
E’ questa – tragica ma a lieto fine – la storia di una giovane femmina di capriolo, investita la scorsa settimana. Il tran-tran attorno alla vita del povero capriolo è iniziato venerdì sera. Alle 17.50 Luca Segafreddo, responsabile del settore 2 di caccia di selezione e del recupero della fauna selvatica morta, ferita o in difficoltà, è stato contattato per soccorrere una femmina di capriolo investita a Magrè di Schio, nella rotonda che porta verso il tunnel di Valdagno. Sul posto, traffico bloccato, vigili del fuoco e polizia locale.
“Dopo aver sentito diversi veterinari, tutti indisponibili a curare l’animale, e data anche l’indisponibilità di tutte le guardie forestali interpellate – spiega Segafreddo – abbiamo portato il capriolo ferito a casa di uno dei miei colleghi del Gruppo Ungulati, nonostante il parere unanime di tutti, cioè quello di sopprimere l’animale date le ferite riportate. Li abbiamo visitato l’animale, che non sembrava messo poi così male”.
Dopo averla riscaldata e inserita in un ambiente confortevole la femmina di capriolo si è infatti gradualmente ripresa. “Domenica mattina l’abbiamo liberata, l’animale è sano e, Dio volendo, tra tre mesi avrà due piccoli insieme – conclude Segafreddo – Se rimane in zona e riusciremo a vederla coi piccoli, festeggeremo con grande gioia. Le abbiamo messo la targhetta identificativa numero 001/18, primo capo rilasciato di quest’anno, che impedisce l’abbattimento del soggetto. Un grazie a tutti i miei colleghi del Gruppo Ungulati Val Leogra che si è occupato in toto dell’animale, recuperandolo, curandolo, rifocillandolo e, alla fine, rimettendolo in libertà. E’ il quinto salvataggio negli ultimi due anni che mettiamo in atto, tutti tra Schio e Santorso”.