Cava Pianezze, fronte unico fra Comune e residenti contro l’ampliamento. Tante le criticità
C’è preoccupazione, a Schio, per l’ampliamento della cava Pianezze (ex cava Ruaro), situata fra Ca’ Trenta e Monte di Magrè: a fine anno la ditta trevigiana Trentin Ghiaia, titolare della concessione dal 2022, ha presentato infatti alla Regione una richiesta di ampliamento che porterebbe la superficie di estrazione a passare da 10 mila a ben 26 mila metri quadrati: più del doppio.
E gli abitanti della zona si sono già costituiti nel comitato “No cava Pianezze”, per contrastrare l’ampliamento, avviando anche una raccolta firme. Il progetto era stato presentato alla popolazione, come previsto dalla normativa, il 19 dicembre scorso al Faber Box. Il Comune e Legambiente sono scesi a fianco dei cittadini, mentre da diverse settimane gli uffici comunali e la giunta sono al lavoro sull’analisi approfondita e la valutazione del progetto.
“Alcuni giorni fa abbiamo incontrato i referenti del comitato, con cui condividiamo i timori rispetto all’impatto ambientale che questo ampliamento può avere sull’area, nota per le sue fragilità idrogeologiche” sottolinea l’assessore all’ambiente Alessandro Maculan.
L’ok all’ampliamento spetta però alla Regione Veneto. “Pur non avendo in capo l’iter di autorizzazione – continua Maculan – il Comune può presentare le proprie osservazioni e rilasciare alla Regione dei pareri che seppur non vincolanti rientrano a pieno titolo nell’iter autorizzativo e dei quali si dovrà tenere conto per decidere se approvare o meno il progetto. Al momento posso dire che sia dal punto di vista ambientale che urbanistico e anche sotto il profilo della viabilità, il nostro parere è fortemente critico.
“L’area è soggetta a diversi gradi di tutela – aggiunge l’assessore – ricoprendo un delicato ruolo ecologico per la fauna locale ed è interessata da un equilibrio idrogeologico precario. All’Amministrazione comunale, poi, rimane in capo la competenza riguardante il disturbo della quiete pubblica e la necessaria deroga sulle attività rumorose che potrebbe essere motivo di diniego vista la mole e la frequenza degli interventi previsti mediante l’impiego di esplosivo. Già in passato sotto il profilo acustico il sito in oggetto non si è dimostrato adatto a conciliare l’attività estrattiva con la tutela della quiete pubblica nei confronti delle numerose famiglie residenti nei pressi della cava”.
Non appena la fase delle osservazioni si aprirà ufficialmente, dunque, l’amministrazione comunale invierà la propria analisi in Regione e a questa si aggiungeranno anche le osservazioni del comitato di residenti e di altri portatori di interesse. “Da parte nostra c’è il massimo supporto ai cittadini e alle cittadine che si sono mobilitati contro l’ampliamento della cava, con il fine di tutelare e salvaguardare il territorio e, come Comune, faremo anche noi la nostra parte. L’idea ulteriore condivisa durante l’incontro è quella di pervenire all’organizzazione di una serata pubblica informativa aperta a tutti i cittadini interessati proprio perché gli impatti attesi interessano l’intera città e non solo le aree limitrofe agli scavi” conclude l’assessore.
La storia della cava
Aperta nel 1993, l’autorizzazione all’estrazione era stata concessa alla Ruaro snc con la finalità di estrarre calcare a uso industriale. L’autorizzazione è stata più volto prorogata dalla Regione con l’obiettivo di giungere alla fine dei lavori e al ripristino ambientale. Dal 2013 al 2023 la cava è rimasta ferma, poi, con il passaggio della concessione nel 2022 alla società di Conegliano Trentin Ghiaia srl, sono ripresi i lavori che dovevano essere di ripristino. Nell’autunno dello scorso anno la ditta, invece di ultimare il ripristino, ha avanzato la richiesta di ampliamento.
Interrogazione di Fratelli d’Italia
Sulla questione il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha depositato un’interrogazione chiedendo dei chiarimenti alla sindaca e alla giunta comunale in merito alle valutazioni espresse dall’amministrazione sull’ampliamento e per sapere se sono state effettuate verifiche recenti sul rispetto degli obblighi di ripristino ambientale da parte della ditta. FdI, inoltre, chiede alla giunta Marigo quali azioni intenda adottare per garantire la sicurezza idrogeologica del territorio. Infine, viene chiesto di verificare se l’area sia soggetta a vincoli paesaggistici e se sia stata valutata l’effettiva compatibilità del progetto con il Piano di Assetto del Territorio.
“Vogliamo assicurarci – spiega il capogruppo Alex Cioni – che il Comune assuma un ruolo attivo nella valutazione di questo progetto, verificando l’effettiva sostenibilità dell’ampliamento e coinvolgendo la cittadinanza e tutte le parti in causa nel dibattito. In qualità di amministratori pubblici è nostro dovere assicurarci che ogni intervento di tale portata sia compatibile con la tutela del territorio e della qualità della vita delle persone”.