Cittadinanza a Segre, De Zen e Cunegato: “Cioni fuori dall’alveo costituzionale”
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Coalizione Civica Schio alla lettera aperta inviataci dal consigliere comunale Alex Cioni, sulla vicenda della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre (qui la lettera inviata dalla senatrice, sopravvissuta all’Olocausto, ai cittadini di Schio).
Gentile direttrice, Abbiamo letto la lettera di tre vostri lettori (di cui due ex attivisti di Coalizione Civica) e la successiva risposta del consigliere Cioni, e riteniamo di dover spiegare meglio, qualora non fosse stata chiara, la nostra posizione.
Avremmo volentieri fatto a meno di questa polemica sterile, che acuisce e non lenisce le ferite di scelte passate, ultima quella sulle pietre d’inciampo. Per noi quel tema è importante e pensiamo che la città lo scorso anno abbia subìto una decisione profondamente sbagliata che ha gettato discredito (nell’opinione pubblica nazionale e oltre) sulla nostra città visto l’eco mediatico suscitato.
È un tema talmente importante che due dei cittadini che vi hanno scritto hanno fatto nelle settimane successive a quella scelta un lavoro importante di studio e approfondimento sugli ex deportati scledensi: tale lavoro era nato da una idea di Coalizione Civica per richiedere le pietre d’inciampo come privati cittadini visto che il Comune ha negato questa possibilità in modo pubblico (vedere l’assemblea di Coalizione Civica di maggio ancora presente sui social). La nostra porta è sempre aperta a chi vuole collaborare: ma ad oggi quel lavoro è nelle mani dei vostri lettori che vi hanno scritto e sinceramente ci spiace perché vorremmo presentarlo alla cittadinanza.
Veniamo invece alla cittadinanza onoraria alla senatrice Segre: abbiamo votato a favore e lo rifaremmo. Senza se e senza ma. Oltre al voto contano anche le motivazioni dietro una scelta, e il Sindaco in aula ha dichiarato che “è Schio ad aver bisogno di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e non viceversa”. In aula abbiamo fatto notare questo passaggio al Sindaco rimarcando però la ferita dello scorso anno e aggiungendo che nonostante il cambio di direzione è ancora oggi difficile ammettere di aver sbagliato da parte della maggioranza. Non è sufficiente forse da parte loro? Potevamo essere noi più duri? Certo, ma non abbastanza per votare contro a una cittadinanza onoraria. Chi siamo noi per votare contro una cittadinanza onoraria accettata dalla stessa Senatrice a vita?
In tutto ciò, il consigliere Cioni ha perso una buona occasione per evitare la polemica: in aula in quell’occasione ha pronunciato parole fuori contesto e fuori dalla storia. Il suo vittimismo unito alle sue iniziative (che giungono fatalità sempre in concomitanza con iniziative di ricordo di quello che hanno causato i nazifascisti) è strumentale: non è lui che alimenta le contrapposizioni ideologiche? Ancora una volta ha dimostrato di essere al di fuori dell’alveo costituzionale, uscendo dall’aula, unico, e non riconoscendo pubblicamente la cittadinanza alla senatrice. Un gesto inaccettabile, che conferma la strumentalità di tutte le sue scelte, che conferma l’incapacità di stare dalla parte giusta della storia, di chi ha subìto tragicamente l’Olocausto e non di chi lo ha creato. Infatti l’anno scorso ha presentato un emendamento sulla mozione delle pietre d’inciampo e pochi giorni fa su Norma Cossetto. Come a dire, sostanzialmente, che bisogna mettere tutto sullo stesso piano.
Ci spiace ma non può essere così e le parole della senatrice rivolte alla città di Schio lo confermano. Anche quelle sull’eccidio, che condividiamo. E non abbiamo nulla da nascondere: siamo contro ogni tentativo di revisionismo storico. L’antifascismo è un valore che porteremo sempre avanti. Non abbiamo votato la mozione su Norma Cossetto presentata dal consigliere Cioni. Abbiamo votato la mozione emendata che ha rimandato la discussione più dettagliata alla conferenza dei capogruppo. Perché non volevamo dare al consigliere nemmeno la soddisfazione di discuterne in aula. Volevamo uscire da questa equiparazione della storia che non condividiamo. Siamo solo stufi di essere tirati per la giacca da chi non ha a cuore il futuro di tutta la comunità ma solo di una parte. Per noi una comunità forte si costruisce sui valori democratici, i valori della Resistenza e della Costituzione.