Commissariato Altovicentino, un coro di sì. Cioni: “e se fosse propaganda elettorale?”
Tiene banco il dibattito sull’apertura di un commissariato di polizia per l’Altovicentino, con l’ipotesi di una possibile sede strategica nella popolosa città di Schio. Se a monte la proposta ha avuto origine proprio da Valter Orsi, con il sostegno di altri colleghi sindaci e dei consorzi di polizia locale Valle Agno e Nord Est Vicentino con quartieri generali e Valdagno e Thiene, a valle risultano tutti concordi ma con gli immancabili “distinguo” e “puntini sulle i”, oltre alle acclamazioni. Dalla proposta alla richiesta ufficiale il passo – sincronizzato in questo caso – sarà breve: a firmare il documento e bollarlo i tre comuni. L’atto formale una volta redatto prenderà poi la via di Roma, con destinatario il Ministero dell’Interno, vale a dire Matteo Salvini.
Le reazioni? Varie e variopinte, come spesso accade in questi analoghi. L’ultima in ordine di apparizione quella di Alex Cioni, portavoce del comitato Prima Noi. “Dopo quanto successo in questo ultimo anno e mezzo – spiega in una lunga nota che riportiamo nei passaggi salienti – e dopo che alcuni massimi interpreti istituzionali della città si sono prodigati nel minimizzare il problema del radicamento nel territorio di gruppi (gang) multietnici di stampo delinquenziale, di migranti millantatori travestiti da richiedenti asilo inseriti nella rete dello spaccio di schifezze, finanche alle cosiddette baby gang (anche queste multietniche) responsabili di odiosi atti di teppismo e vandalismo, a cosa dovrebbe servire il Commissariato di Polizia se in ogni occasione è stato spiegato che Schio è una città che non ha problemi in termini di sicurezza?”
Alex Cioni riporta numeri e dati riguardo i ridimensionamenti a cui sono andati incontro negli ultimi anni sia Questura e Polizia di Stato che Carabinieri nella provincia vicentina, e ricorda che negli anni ’90 ci fu anche lui tra i promotori della richiesta di un presidio nella Val Leogra, sulla scia della raffica di furti nelle abitazioni e nelle attività commerciali e aziende del territorio. Impossibile, quindi, fare marcia indietro ora. “Non sarò io a frappormi a questa proposta – aggiunge – anche se da allora sono passati vent’anni e nelle economie dello Stato qualcosa è cambiato. [.] Non mi oppongo al Commissariato di Polizia nella misura in cui la proposta formulata dai sindaci è seria e ponderata su basi solide e concrete. Inversamente, se è un escamotage propagandistico in vista delle elezioni amministrative dell’anno prossimo, consiglio di lasciare perdere per concentrarsi sul potenziamento dell’organico della stazione dei carabinieri”.
Sulla linea d’onda dei commenti favorevoli la deputata Maria Cristina Caretta. “L’iniziativa dei sindaci dell’Alto Vicentino – dichiara l’onorevole e portavoce di Fratelli d’Italia – è fortemente condivisibile e mi auguro che venga accolta quanto prima da parte delle autorità competenti. Le cronache riportano un allarmante ripetersi di crimini violenti, di fenomeni di cosiddetta microcriminalità ed è ormai del tutto evidente la necessità di dare un segnale forte di presenza da parte dello Stato“.
Una richiesta che, come dimostrato dall’allenza tra i sindaci di diversi credo politici di Thiene, Schio e Valdagno, non deve sventolare”bandiere”. “Per quanto mi riguarda credo da sempre nel gioco di squadra – conclude Caretta -, aldilà delle appartenenze partitiche e proprio per vincere questa importante battaglia mi sono resa disponibile fin da subito come anello di congiunzione tra il territorio e le istituzioni parlamentari, che è poi il compito fondamentale e primario che ogni cittadino ci assegna”.
A favore si sono schierati immediatamente anche i sindacati di polizia, racchiusi nella sigla Silp Cgil. “La proposta, se analizzata in maniera adeguata e considerato che l’Alto Vicentino è una realtà economico-produttiva di prim’ordine – si scrive in una nota – rappresenterebbe una concreta possibilità di rafforzamento dell’organico dei poliziotti in provincia, e può soddisfare l’attesa di una maggiore presenza e controllo del territorio. E’ certo che l’istituzione di una struttura come il Commissariato dell’Alto Vicentino porterebbe a aumentare il saldo del numero di agenti di polizia contrastando il calo di organico in atto a causa dei pensionamenti. Esiste una cronica diminuzione di personale: 100 poliziotti in meno nel periodo 2014/2018″.
Dal fronte produttivo, è arrivato a stretto giro di dichiarazioni anche il “placet” di Confindustria Vicenza. “Per la competitività delle aziende e per la qualità della vita delle persone che le vivono e delle famiglie – si fa sapere dal distaccamento scledense – riteniamo necessario e ormai irrimandabile che ci sia un presidio strutturato delle forze dell’ordine. Un plauso va ai sindaci che si stanno impegnando in questo progetto con un’unica voce, a riprova di quanto questa necessità sia urgente e condivisa. Come imprenditori, quasi tutti residenti sul territorio, ma anche come datori di lavoro di persone che vivono qui, sentiamo ogni giorno come il senso di insicurezza possa incidere sulla qualità della vita e la qualità del lavoro”.
Da ricordare infine le dichiarazioni corali dei tre amministratori delle città del nord della provincia, affidate al sindaco di Schio in qualità di comune capofila in sede di presentazione dell’unione d’intenti. “La richiesta dell’istituzione di un Commissariato di Polizia di Stato a Schio non vuole assolutamente sminuire il ruolo importantissimo che tutti riconosciamo a Carabinieri, Guardia di Finanza e alle Forze dell’ordine in genere – ha precisato “agli albori” del dibattito Valter Orsi – ai quali va stima, rispetto e riconoscimento ma anzi, dare un valore aggiunto alle nostre comunità”.
In attesa che la missiva giunga sugli scranni del Governo e di una risposta che di certo non sarà immediata, per i quasi 40 comuni coinvolti e i 250 mila cittadini non resta che attendere. E leggere i commenti.