Continuità assistenziale Ulss 7, sindaci contro la riorganizzazione decisa da Bramezza
Incontro fra direzione dell’Ulss 7 Pedemontana e Conferenza di tutti i sindaci dei due Distretti, oggi, per discutere dei problemi crescenti legati alla gestione del servizio di continuità assistenziale, l’ex guardia medica. In un comunicato l’Ulss 7 spiega che il direttore generale Carlo Bramezza e il suo staff “esporranno i dati relativi agli organici disponibili, gli sforzi quotidiani svolti per garantire il servizio e presenterà una proposta di riorganizzazione temporanea” che sarà oggetto del confronto con i sindaci.
“La criticità legata alla disponibilità di medici per questo servizio è nota da tempo – sottolinea Bramezza -, purtroppo nell’ultimo periodo il problema si è acuito in modo sensibile per l’ingresso nelle scuole di specializzazione di molti medici che prima prestavano servizio. È già capitato più di una volta che l’assenza all’ultimo momento di un medico per motivi contingenti rendesse necessario chiudere il servizio, perché non si è riusciti a trovare un sostituto, e questo naturalmente senza poter dare preavviso agli utenti. Dobbiamo e vogliamo garantire la continuità del servizio, offrendo certezze ai cittadini, ed è a partire da questo obiettivo che è sicuramente condiviso da tutti che affronteremo il confronto di lunedì”.
Facile immaginare che il dg dell’Ulss 7 faccia riferimento alle chiusure per assenza di medici della continuità assistenziale a Schio, che tanto preoccupa l’Alto Vicentino, con i pazienti avvisati tramite cartelli di rivolgersi a Thiene o Arsiero, oppure direttamente al pronto soccorso. La continuità assistenziale notturna infatti domenica, lunedì e martedì della settimana scorsa, nonché il martedì, il giovedì e il sabato di quella settimana. Quello che emerge è l’intenzione dela direzione Ulss di sopprimere, dal primo dicembre, sei presidi di guardia medica (Conco, Marostica, Rosà, Schio, Thiene e Valbrenta) e di accorparli presso gli ospedali di Bassano, Santorso e Asiago. Rimarrebbero invece Lee due sedi periferiche di Enego e Arsiero. Decisione di cui erano stati informati medici e diversi sindaci del territorio e già discussa dal Comitato aziendale e dalla commissione tecnica interna all’azienda.
L’incontro è stato organizzato su iniziativa di Eleva Pavan, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 7 Pedemontana: “Già venerdì – spiega la prima cittadina di Bassano – ho avuto un proficuo confronto con alcuni colleghi, anche alla luce delle notizie di stampa e della riunione della Conferenza dei Sindaci prevista già per lunedì. Sappiamo che la situazione è difficile ed ho proposto ed ottenuto di condividere con la dirigenza della nostra Ulss una linea comune per affrontare l’emergenza. Tutti hanno convenuto sul metodo e sulla necessità di individuare una soluzione compatibile con le esigenze del nostro territorio. Una sfida da accettare e vincere tutti assieme”.
Va giù pesante il presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2, Franco Balzi, che afferma di aver appreso della notizia dai media. “La decisione assunta dalla Direzione sanitaria – sottolinea Balzi – pone seri interrogativi sulle conseguenze che si determineranno sul piano della tutela della salute dei cittadini, come giustamente già denunciato con forza da più parti.
E’ del tutto evidente come un provvedimento del genere sia stato preso in conseguenza di un’oggettiva carenza di personale dagli effetti sempre più preoccupanti, la cui responsabilità trova riscontro a vari livelli, che vanno certamente individuati anche al di là del nostro territorio. Ma è altrettanto vero che questo ulteriore passaggio alimenta una sofferenza diffusa tra i cittadini che con crescente fatica riescono ad accedere ai servizi: siano essi territoriali o ospedalieri o non riescono semplicemente a prenotarli, o si trovano comunque costretti a lunghe attese per poterli ottenere, al punto da doversi sempre più spesso rivolgere alle strutture private. Una situazione a cui è indispensabile porre rimedio”.
“A questo aspetto – prosegue Balzi – di sostanza se ne aggiunge però un altro, di metodo, non meno importante. Mi chiedo ancora una volta il senso di una interlocuzione istituzionale che si riduce ad essere una mera registrazione di decisioni già assunte dalla Direzione nell’esercizio della sua funzione di governo della sanità.
Come sindaci siamo di fatto esclusi da ogni preventiva condivisione dei provvedimenti e impossibilitati a contribuire alla ricerca di soluzioni ai tanti problemi esistenti. Una condizione non accettabile, che contribuisce a complicare ulteriormente la già complessa situazione, che porterò all’attenzione dell’Esecutivo della Conferenza, programmato per lunedì pomeriggio”.
Sul fatto ha preso posizione anche il Partito Democratico vicentino con una nota: “Saranno chiusi presidi in zone dove già mancano i medici di base e le persone sono in difficoltà. Si continua in maniera sistematica a colpire le piccole comunità con la delocalizzazione. Inoltre spostando la guardia medica in un ospedale si perde completamente il senso del servizio, visto che alla porta accanto ci sarà il Pronto Soccorso.Tutto questo non è una scelta logica, ma solo legata all’incapacità della dirigenza della ULSS 7 di attuare una programmazione al servizio dei cittadini. La nostra sanità pubblica si sta impoverendo taglio dopo taglio, con personale in uscita verso soluzioni lavorative diverse dai nostri ospedali”.